Casa di amicizia e ospitalità

Il santuario di Betania
13 febbraio 2021

«Nella casa di Betania il Signore Gesù ha sperimentato lo spirito di famiglia e l’amicizia di Marta, Maria e Lazzaro, e per questo il Vangelo di Giovanni afferma che egli li amava. Marta gli offrì generosamente ospitalità, Maria ascoltò docilmente le sue parole e Lazzaro uscì prontamente dal sepolcro per comando di Colui che ha umiliato la morte». Con queste parole si apre il decreto del prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Sarah, dello scorso 26 gennaio, che notifica la disposizione del Santo Padre, Papa Francesco «che il 29 luglio figuri nel Calendario Romano Generale la memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro».

Per noi che custodiamo la casa e il santuario di Betania questa disposizione costituisce una felice decisione che valorizza in una sola celebrazione i santi fratelli Marta, Maria e Lazzaro, gli amici di Gesù, e propone nel calendario della Chiesa universale una delle due celebrazioni proprie che da tempo vengono offerte ai pellegrini che sostano nel santuario (l’altra è quella della risurrezione di Lazzaro), già prevista anche dal proprio della diocesi di Gerusalemme per il 29 luglio all’interno della sua giurisdizione, e che porta il titolo di celebrazione dei «Santi Lazzaro, Marta e Maria, amici e ospiti del Signore».

In questo luogo, inoltre, il lunedì della Settimana santa, ogni anno, ci rechiamo a celebrare l’unzione dei piedi di Gesù a opera di Maria, lì dove è avvenuta, secondo ciò che racconta l’evangelista Giovanni (Gv 12, 1-8). In una suggestiva celebrazione eucaristica facciamo memoria del gesto di amore gratuito e profetico compiuto dalla sorella di Lazzaro e Marta e benediciamo alcune ampolle d’olio profumato, che servirà per l’unzione del Crocifisso durante la celebrazione della paraliturgia del funerale di Gesù al Santo Sepolcro, la sera del Venerdì santo. Lo stesso olio profumato verrà usato per ungere le mani dei fedeli, in segno di amore a Gesù Cristo, in varie celebrazioni e occasioni durante l’anno.

Betania è un villaggio denso di storia e di spiritualità. Qui, ce lo ricordano i Vangeli, abitavano Lazzaro, Marta e Maria, coloro che accoglievano Gesù quando giungeva a piedi dalla Galilea, dopo aver attraversato la valle del Giordano e aver compiuto la salita che da Gerico, attraverso il Wadi Qelt e passando per il caravanserraglio del buon Samaritano, porta a Gerusalemme. La casa di Betania era il luogo in cui Gesù, ormai al termine del suo viaggio, poteva sostare assieme agli apostoli, riposarsi del viaggio, e soprattutto sentirsi in famiglia, prima di passare a Betfage e da lì entrare in Gerusalemme. Era stato questo il suo percorso, probabilmente, anche prima dell’ingresso regale nella Città santa, a dorso d’asino, la domenica prima della sua Pasqua.

Il nome ebraico Betania può essere interpretato come “Casa di Anania” oppure anche come “Casa di povertà”. Oggi la locale popolazione di lingua araba lo chiama semplicemente Al Azaryia, cioè “il Villaggio di Lazzaro” in memoria del personaggio evangelico risuscitato da Gesù. Il santuario sorge a poca distanza dalla tomba di Lazzaro e — secondo la tradizione — sarebbe costruito sopra quella che era la casa degli amici di Gesù. Quasi collegati tra di loro proprio dalla parte sotterranea che dava anticamente accesso alla tomba di Lazzaro sono il santuario da noi custodito e la locale moschea. Entrambi occupano un’area che fu sede di un luogo di culto fin dai primi secoli e poi della basilica bizantina del iv secolo e quindi del grande monastero femminile benedettino e della chiesa crociata, costruiti nel xii secolo, per volontà della regina Melisenda (1105-1161) figlia del re di Gerusalemme Baldovino.

Oggi per noi Betania continua a essere la casa dell’amicizia e dell’ospitalità, un luogo di incontro, di preghiera e di riflessione per i pellegrini che qui possono riflettere sull’amicizia vissuta dallo stesso Gesù, che chiama Lazzaro semplicemente «il nostro amico» (Gv 11, 11); possono riflettere sull’importanza dell’ascolto (Lc 10, 39) e dell’amore gratuito espresso da Maria (Gv 12, 3); possono riflettere sul valore dell’ospitalità operosa (Lc 10, 38) e della fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio e inviato di Dio, colui che è la risurrezione e la vita (Gv 11, 27) espresse da Marta in occasione della risurrezione di suo fratello.

Questo luogo continua a essere la casa dell’amicizia e dell’ospitalità anche per la popolazione locale, a stragrande maggioranza musulmana. Nel cortile crociato del santuario, da diversi anni trova infatti spazio, come gesto di amicizia tra la nostra fraternità francescana e la locale comunità musulmana, la celebrazione di qualche iftar, cioè del pasto con cui, durante il mese di ramadan, si interrompe il digiuno dopo il tramonto del sole. I ragazzi musulmani delle locali scuole vengono a visitare questo luogo cristiano e imparano ad amarlo e a conoscerne la storia anche grazie a un gruppo di giovani donne musulmane, che sono state formate dalla nostra associazione Pro Terra Sancta a guidare le scolaresche e i visitatori attraverso il sito.

Lo stesso sito è stato scavato e in gran parte reso nuovamente visitabile, grazie alla collaborazione tra la Custodia di Terra Santa e il dipartimento di archeologia dell’università Al Quds, con il finanziamento dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e con il coordinamento progettuale e la supervisione dell’associazione Pro Terra Sancta. Ed è in qualche modo profetico vedere giovani studentesse musulmane che assieme ai loro colleghi ricostruiscono mosaici bizantini cristiani, ripuliscono capitelli crociati, ricostruiscono in modelli tridimensionali l’antica chiesa bizantina e il monastero medievale.

La nostra speranza è che, passata la pandemia, non solo i visitatori e i fedeli locali, ma anche i pellegrini di tutto il mondo possano di nuovo tornare a visitare il santuario, a leggere qui le pagine di Vangelo dedicate a Marta, Maria e Lazzaro, magari già il prossimo 29 luglio. Tutti saranno ancora e di nuovo i benvenuti in questa casa che ha accolto Gesù e gli apostoli, in questo santuario in cui si celebra la bellezza dell’amicizia e dell’ospitalità, il profumo dell’amore gratuito e della ri-surrezione.

di Francesco Patton
Francescano dei Frati minori, custode di Terra Santa