Tutti i nodi delle relazioni tra due Paesi chiave della regione

Turchia, Grecia e il futuro
del Mediterraneo

Turkish President Tayyip Erdogan addresses members of parliament from his ruling AK Party (AKP) ...
12 febbraio 2021

Le relazioni diplomatiche tra Grecia e Turchia sono segnate da tensioni ed incomprensioni che ne comprimono le potenzialità di sviluppo. I due Paesi, pur condividendo l’appartenenza all’Alleanza Atlantica (Nato), si trovano spesso in disaccordo sullo scenario internazionale a causa di una serie di complessi trascorsi storici. A dividere Ankara ed Atene c’è la questione delle frontiere marittime, oggetto di una lunga serie di colloqui bilaterali giunti alla sessantunesima fase.

Le parti hanno provato a trovare una soluzione alla controversia dando vita ad una serie di colloqui bilaterali, che per il momento non hanno avuto particolare successo e che sono giunti al sessantunesimo appuntamento. Il dialogo è stato interrotto nel 2016, in seguito al colpo di stato che provò a rovesciare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ed è ripreso solamente quest’anno. La Turchia rivendica il possesso di alcune isole e pretende la demilitarizzazione di altre mentre la Grecia intende discutere unicamente di questioni frontaliere di tipo economico.

Erdoğan ha recentemente ricordato al primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs che se Atene vuole mantenere il dialogo con Ankara dovrà evitare provocazioni. L’osservazione di Erdoğan fa seguito alla proposta fatta da Mītsotakīs per provare a risolvere la questione cipriota. Mītsotakīs si è espresso in favore della creazione di una federazione bizonale sull’isola, con pari dignità per le comunità greco-cipriote e turco cipriote, ma ha anche posto l’accento sulla necessità di porre fine all’occupazione turca.

La comunità internazionale si è spesa in più occasioni, negli ultimi decenni, per provare a ricomporre l’unità di Cipro ma sempre senza successo. Le classi politiche greco-cipriote e turco-cipriote, che hanno rispettivamente in Atene ed Ankara degli importanti punti di riferimento, sono talvolta riuscite ad intessere un dialogo proficuo ma non hanno superato del tutto gli ostacoli che si sono frapposti sul loro cammino. Nel 2004 il coinvolgimento delle Nazioni Unite, che avevano redatto un piano per la riunificazione da sottoporre a referendum popolare, aveva suscitato nuove speranze. Il piano si era però scontrato con la ferma opposizione dei turco-ciprioti, che lo avevano respinto con il sessantaquattro per cento dei voti ed è stato poi abbandonato.

A dividere Grecia e Turchia c’è anche la questione energetica: la disputa per il possesso delle risorse di gas naturale scoperte nel Mediterraneo orientale. La presenza dei giacimenti avrebbe potuto unire i Paesi della regione e dar vita ad una collaborazione volta a sfruttare al meglio questa risorsa. Le cose però non sono andate in questo modo e si è sfiorato il conflitto tra le parti. La Grecia e Cipro possiedono la maggior parte dei giacimenti e la Turchia ha bisogno di gas per supportare il processo di industrializzazione della propria economia. Il recente invio di navi militari turche nel Mediterraneo orientale ha fatto temere il peggio. L’esclusione della Turchia dal Mediterranean Gas Forum, un’alleanza energetica creata nel gennaio del 2019 e che vede la partecipazione di Cipro, Egitto, Giordania, Grecia, Israele e Italia, può inoltre aver contribuito ad irritare Ankara.

Sullo sfondo, poi, c’è la complessa questione dei migranti che transitano dalla Turchia per raggiungere l’Europa e che ha creato frizioni tanto con Atene quanto con Bruxelles. Il dramma dei migranti, che si ritrovano in condizioni precarie ed al limite della dignità, dovrà essere inquadrato in una soluzione che soddisfi in prima battuta le loro esigenze e che contribuisca ad abbassare in maniera significativa le tensioni tra Grecia e Turchia.

Una nuova fase nelle relazioni tra Ankara ed Atene può realizzarsi nel prossimo futuro e ciò porterebbe un notevole beneficio alla sicurezza complessiva del Mediterraneo orientale.

La pandemia, che ha sconvolto i sistemi produttivi e provocato gravi crisi economiche in tutto il mondo, può essere un terreno di cooperazione tra le parti. Il superamento della fase più complessa dell’emergenza sanitaria può aprire a nuove opportunità di investimento in ambito internazionale ed allo sviluppo di rapporti fruttuosi sul piano economico. Il 2021 sarà, probabilmente, l’anno della ripresa economica in Europa e questa occasione può rivelarsi foriera di sviluppi positivi. La Turchia e l’Unione europea potrebbero dar vita ad una nuova fase dei rapporti bilaterali e ciò potrebbe rasserenare il clima anche tra Ankara ed Atene. Nel mondo multipolare, infatti, le relazioni tra Stati sono ormai legate agli sviluppi del quadro regionale ed alle iniziative delle organizzazioni internazionali.

di Andrea Walton