Nel discorso al Corpo diplomatico il Papa ribadisce che la crisi è un’opportunità per edificare una società più umana, giusta, solidale e pacifica

Fraternità e speranza
medicine per un mondo malato

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08 febbraio 2021

«Fraternità e speranza sono come medicine di cui oggi il mondo ha bisogno». Lo ha detto il Papa rivolgendosi ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ricevuti in udienza lunedì mattina, 8 febbraio, nell’Aula delle Benedizioni. Questi i punti nodali del suo discorso:

• Viaggi apostolici - È mio desiderio riprenderli, cominciando con quello in Iraq;

• Crisi sanitaria - La pandemia ci ricorda il diritto alla cura, di cui ogni essere umano è destinatario;

• Vaccini - Esorto ad assicurare una distribuzione equa, non secondo criteri puramente economici, ma tenendo conto delle necessità di tutti;

• Cambiamenti climatici - Auspico che la prossima Cop26 consenta di trovare un’intesa efficace per affrontarne le conseguenze;

• Economia - Serve una sorta di “nuova rivoluzione copernicana” che la riponga a servizio dell’uomo e non viceversa;

• Debito - La congiuntura che stiamo attraversando sia di stimolo per condonare, o perlomeno ridurre, quello dei Paesi più poveri;

• Migranti - È urgente che si rinnovi l’impegno per la protezione dei rifugiati, come pure per quella degli sfollati interni e di tutte le persone vulnerabili costrette a fuggire;

• Democrazia - Richiede un cammino di dialogo inclusivo, pacifico, costruttivo e rispettoso;

• Disarmo - Troppe armi ci sono nel mondo! Giustizia, saggezza ed umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti;

• Educazione - Assistiamo a una sorta di “catastrofe”, davanti alla quale non si può rimanere inerti;

• Libertà religiosa - È il primo e fondamentale diritto umano.

Il discorso del Papa