Intervista al segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Mario Grech,
sulle nomine di due nuovi sotto-segretari

Si rafforza l’impegno
per una Chiesa
sempre più sinodale

SS. Francesco - Apertura Sinodo  07-10-2019
06 febbraio 2021

Un passo di grande importanza per rafforzare la Segreteria generale del Sinodo e imprimere un rinnovato slancio all’impegno verso una Chiesa sinodale e missionaria. Così il cardinale Mario Grech commenta ai media vaticani la nomina, annunciata oggi, di due sotto-segretari del Sinodo dei vescovi. Il porporato maltese si sofferma in particolare sulla nomina di suor Nathalie Becquart prima donna a ricevere questo incarico e sulle prospettive che tale nomina apre per il ruolo delle donne nella vita della Chiesa.

Cardinale Grech, oggi sono state annunciate le nomine dei due sotto-segretari del Sinodo dei vescovi. Risalta in particolare la nomina di suor Nathalie Becquart. Per la prima volta una donna assume tale incarico. Che significato ha questa scelta nel cammino sinodale tanto a cuore a Papa Francesco?

Papa Francesco ci ha ricordato più volte che una Chiesa sinodale è una Chiesa caratterizzata dall’ascolto: da un ascolto reciproco in cui tutti — fedeli, vescovi e vescovo di Roma — imparano gli uni dagli altri; e soprattutto da un ascolto tutti insieme dello Spirito Santo.

La nomina di suor Nathalie Becquart come sotto-segretario ci aiuta così a ricordare in maniera concreta che nei cammini sinodali la voce del Popolo di Dio ha un posto specifico e che è fondamentale trovare modalità per favorire in essi una partecipazione effettiva di tutti i battezzati.

Questa prospettiva ha caratterizzato il modo in cui Papa Francesco ha interpretato il Sinodo in tutto il suo Pontificato. Lo abbiamo visto nel Sinodo sui giovani e poi nel Sinodo sull’Amazzonia: l’ascolto e la partecipazione dei giovani e delle popolazioni indigene hanno avuto un impatto cruciale nella loro preparazione e nel loro svolgimento.

Come sotto-segretario suor Nathalie avrà diritto di voto al prossimo Sinodo incentrato sulla Chiesa sinodale. La questione del voto delle donne al Sinodo ha avuto un grande rilievo nelle ultime assise sinodali. Questa nomina rappresenta un’apertura anche sulla possibilità che altre donne possano avere il diritto di voto al Sinodo?

Negli ultimi Sinodi, numerosi padri sinodali hanno sottolineato la necessità che la Chiesa intera rifletta sul posto e sui ruoli delle donne al suo interno. Anche Papa Francesco ha, più volte, sottolineato l’importanza che le donne siano maggiormente coinvolte nei processi di discernimento e di decisione ecclesiali; e già negli ultimi Sinodi il numero di donne partecipanti come esperte o uditrici è aumentato. Con la nomina di suor Nathalie Becquart e la sua possibilità di partecipare con diritto di voto una porta è stata aperta, vedremo poi quali altri passi potranno essere compiuti in futuro.

Altra novità: per la prima volta la Segreteria generale del Sinodo avrà due sotto-segretari. Quale contributo specifico porterà il sotto-segretario padre Luis Marín de San Martín che viene da una grande tradizione spirituale come quella agostiniana?

Padre Luis Marín de San Martín ha una grandissima esperienza nell’accompagnare processi decisionali comunitari e la sua conoscenza del concilio Vaticano ii sarà preziosa per tenere sempre presenti le radici del cammino sinodale. Inoltre il fatto che entrambi i sotto-segretari del Sinodo dei vescovi siano religiosi, ciascuno cresciuto in una precisa spiritualità, dice l’importanza che la Chiesa sinodale prenda in considerazione anche i diversi carismi presenti nella Chiesa.

A queste nomine si accompagna anche un nuovo modo di lavorare del Sinodo? Ci si può aspettare qualche ulteriore novità nella struttura della Segreteria generale?

Senza dubbio. Queste nomine sottolineano l’importanza che il cammino di una Chiesa sinodale sia accompagnato da un gruppo che lavora insieme: la struttura e la maniera di lavorare del Segretariato generale deve essere essa stessa sinodale! Questo lavoro d’équipe permette maggiormente ai laici di partecipare all’interno di dinamiche di responsabilità.

Desidero così che anche noi tre e tutto lo staff della Segreteria del Sinodo possiamo lavorare in uno spirito di collaborazione e sperimentare un nuovo stile di leadership “sinodale”, una leadership nel servizio meno clericale e gerarchica, che permetta partecipazione e corresponsabilità senza allo stesso tempo abdicare dalle responsabilità che gli sono state affidate. Anche in questo cerchiamo di seguire l’esempio di Papa Francesco.

Nei giorni scorsi, il Papa ha incoraggiato la Chiesa italiana ad avviare un processo sinodale. Altre Chiese hanno avviato o stanno avviando dei cammini sinodali. Come valuta questa rinnovata disponibilità delle Chiese locali ad assumere uno “stile sinodale”?

Papa Francesco ha sottolineato che «la sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio»; e ha insistito sul collegamento tra sinodalità e missione di evangelizzazione. La situazione della pandemia ha messo ancor più in evidenza quanto sia importante come Chiesa e come società “camminare insieme” e assumere responsabilmente i legami che ci uniscono gli uni agli altri.

L’annuncio del prossimo Sinodo sulla sinodalità è inoltre già fecondato dalle dinamiche sinodali che si stanno realizzando nelle Chiese locali, pur in contesti e con modalità differenti; se la Chiesa italiana si avvierà in quella direzione potrà anche arricchire la riflessione della Chiesa universale. Come Segretariato generale del Sinodo seguiamo con interesse tutti questi diversi processi sinodali in corso e diamo la nostra disponibilità a metterci al loro servizio. Sono occasioni per cercare insieme come promuovere e sviluppare quello “stile sinodale” che è nei desideri di Papa Francesco e a cui aspirano diversi credenti in tutto il mondo.

di Alessandro Gisotti