Per un’economia che rispetti i più deboli

Alcune religiose della rete internazionale Talitha Kum
06 febbraio 2021

«La tratta di persone è parte integrante di questa economia. Bisogna intervenire in maniera determinata e adeguata per porre fine al fenomeno. Non possiamo permettere che milioni di persone vengano trattate e scambiate come merci. Papa Francesco ce lo ha ricordato in numerose occasioni e noi non possiamo girarci dall’altra parte»: è quanto dichiara al nostro giornale suor Gabriella Bottani, religiosa comboniana e coordinatrice di Talitha Kum, la rete internazionale contro la tratta di esseri umani progetto dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) in collaborazione con l’Unione internazionale superiori generali (Usg). Nominata eroe anti-tratta a Washington nel giugno del 2019, suor Gabriella, 57 anni, è stata premiata dal presidente Mattarella con un’onorificenza al merito «per la totale dedizione con cui da anni è impegnata nella prevenzione, sensibilizzazione e contrasto alla tratta degli esseri umani». La religiosa in questi giorni sta mettendo a punto la macchina organizzativa della maratona di preghiera per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si svolgerà l’8 febbraio (in modalità online dalle 10 alle 17), in cui si ricorda la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. «I governi — afferma — devono lavorare per promuovere un’economia senza tratta, un’economia che valorizzi e abbia cura dell’essere umano e della natura, che sia rispettosa dell’ambiente e non sfrutti i deboli e i vulnerabili».

Sono circa quaranta milioni nel mondo le persone vittime della tratta, del lavoro forzato, della prostituzione e del traffico di organi; secondo il Rapporto sul traffico di esseri umani dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), quasi un terzo sono minori e il 71 per cento del totale è costituito da donne e bambine. L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) stima che ventuno milioni di persone siano vittime di lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale. Non solo, sempre secondo l’agenzia dell’Onu, 150,2 miliardi di dollari sono i profitti annuali derivanti dalla tratta nel mondo, di cui due terzi dallo sfruttamento sessuale. Il 50 per cento dei lavoratori sfruttati svolge un lavoro forzato a risarcimento di un debito, mentre è di 200.000 dollari il ritorno economico di un trapianto di organi nell’Europa occidentale a fronte di un pagamento di 10.000 dollari a un “donatore” che vive in povertà estrema in America centrale. «Sono dati che fanno rabbrividire e allo stesso tempo devono far riflettere», commenta suor Gabriella Bottani: «Per questa ragione la Chiesa cattolica, e anche le altre confessioni religiose, sono impegnate in numerosi Paesi in un lavoro di coscientizzazione del problema. Siamo in prima linea nell’offrire percorsi alternativi e garantire un futuro migliore alle vittime della tratta. In Thailandia, per esempio, la Chiesa sta svolgendo un lavoro importante per prevenire lo sfruttamento delle ragazze nelle aree rurali. Naturalmente, quello sessuale è il settore più ambito dalle organizzazioni criminali dal quale traggono enormi profitti a scapito di essere umani vulnerabili». Ma perché milioni di persone cadono nella rete dello sfruttamento? «Principalmente — spiega la religiosa comboniana — perché sono alla ricerca disperata di un lavoro che dia dignità. Non chiedono altro. Solo un lavoro per poter sfamare se stessi e la propria famiglia perché nei loro Paesi c’è guerra, carestia, disastri ambientali. È per questo motivo che cadono nella rete di gente senza scrupoli pronta a sfruttarli e a privarli della dignità. Purtroppo, vi sono modelli economici poco rispettosi della vita che non hanno a cuore la dignità delle persone. Un’economia senza tratta è un’economia giusta, non ci sono alternative. E il motto di questa giornata è Economia senza tratta di persone».

In tale prospettiva il comitato internazionale della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone partecipa a The economy of Francesco, il grande movimento di giovani economisti, imprenditori e changemakers di tutto il mondo chiamati dal Papa a condividere idee e progettare iniziative per la promozione dello sviluppo umano integrale e sostenibile, nello spirito di Francesco. La maratona di preghiera, spiega a «L’Osservatore Romano» suor Jolanta Maria Kafka, superiora generale delle Religiose di Maria Immacolata, missionarie claretiane, nonché presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali, «dovrà servire anche a condividere tutti insieme i risultati raggiunti nel mondo nella lotta alla tratta, nonché a individuare nuove strategie e nuovi percorsi per cercare di arginare questo fenomeno. Come ha detto il Papa in diverse occasioni, la tratta di persone continua a essere una ferita nel corpo dell’umanità intera. Per questa ragione, siamo impegnati a creare laboratori e incontri di formazione per i membri dell’Uisg sulla cura delle persone e sulla creazione di ambienti sicuri. La nostra rete di Talitha Kum — aggiunge — opera in settantasette Paesi, con oltre duemila suore impegnate in prima linea per realizzare attività di contrasto ai trafficanti, per lavorare nel recupero e reinserimento, anche sociale e lavorativo, delle vittime».

Obiettivi principali di Talitha Kum sono oggi la promozione del lavoro in rete tra persone consacrate e altre organizzazioni sociali, religiose e politiche e il rafforzamento delle azioni e iniziative esistenti in materia di prevenzione, sensibilizzazione, protezione, assistenza e denuncia della tratta.

di Francesco Ricupero