L’insicurezza e la violenza
crescono ad Haiti

epa08978867 Haitians protest to demand the resignation of President Moise in Port-au-Prince, Haiti, ...
02 febbraio 2021

Le bande criminali seminano il terrore nei quartieri di Port-Au-Prince «in un contesto di impunità quasi totale». Lo denuncia l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet secondo cui la persistente insicurezza, la povertà e le disuguaglianze strutturali ad Haiti, insieme alle crescenti tensioni politiche, non possono che aumentare il malcontento della popolazione che scende sempre più spesso in piazza a manifestare, ma le cui rivendicazioni sono represse in maniera violenta dalla polizia che viola i diritti umani.

Per questo Bachelet ha chiesto alle autorità haitiane di garantire il diritto delle persone ad una protesta pacifica. Secondo l’Onu, infatti, nel paese caraibico stanno riemergendo tensioni politiche a causa delle dispute sul calendario elettorale e del referendum e sulla proposta di riforma costituzionale avanzata dal governo.

Le elezioni presidenziali e legislative nel Paese sono previste per il prossimo 19 settembre, mentre il referendum costituzionale per il 25 aprile. L’appuntamento elettorale è particolarmente atteso perché da un anno il presidente Jovenel Moïse governa per decreto, dato che non si sono più tenute le elezioni legislative che avrebbero dovuto rinnovare il Parlamento nel gennaio 2020. Elezioni rimandate a causa dell’insicurezza che regna nel Paese.

Intanto la speciale Commissione consultiva incaricata di redigere una nuova Costituzione è ancora al lavoro, ma il progetto sarebbe al centro di critiche sia da parte delle forze di opposizione sia degli ambienti vicini al capo dello Stato. Alcune organizzazioni politiche hanno, inoltre, annunciato manifestazioni di protesta per denunciare che, secondo la loro interpretazione della Costituzione, il mandato del presidente Moïse scadrebbe il 7 febbraio prossimo e non il 7 febbraio del 2022, come sostiene l’entourage presidenziale.

La situazione nel Paese è aggravata dalla corruzione diffusa e dalla difficoltà per la popolazione di accedere ai servizi sociali. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite denuncia infine come sia negli ultimi due anni che l’estate scorsa e a novembre molte manifestazioni pacifiche nella capitale haitiana per denunciare il clima di insicurezza che regna nel Paese sono state represse con violenza sproporzionata dalla polizia.

L’ultimo rapporto del Servizio per i diritti umani dell’Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti ha evidenziato inoltre che le violazioni e gli abusi dei diritti umani nel Paese non hanno mai dei responsabili. Per questo l’ufficio di Michelle Bachelet ha invitato le autorità haitiane ad adottare misure per prevenire il ripetersi di tali violazioni e a incoraggiare le forze dell’ordine a rispettare le norme internazionali relative all’uso della forza durante le marce di protesta dei cittadini.

Sarebbe inoltre auspicabile, secondo l’Onu, che la polizia ricevesse un’adeguata formazione. Port-au-Prince dovrebbe, inoltre, garantire la responsabilità per le violazioni e gli abusi del passato, oltre che la giustizia, la verità e i risarcimenti alle vittime. Non ultimo, secondo l’Alto Commissariato per i diritti Umani, desta forte preoccupazione la recente decisione presidenziale di creare, per decreto, un’agenzia di intelligence nazionale per rafforzare la sicurezza pubblica. L’Onu teme infatti che ciò porti a «una nuova repressione del diritto alla libertà di riunione, associazione ed espressione pacifica».

di Anna Lisa Antonucci