PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
Il ceo di Sprout World: dalle matite che si ripiantano alle nuove tendenze ambientaliste

Nel 2021 attenti
al greenwashing

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30 gennaio 2021

La sostenibilità sarà il grande tema economico del 2021, in attesa che gli effetti della vaccinazione comincino a farsi sentire conducendo la popolazione mondiale verso la tanto agognata fine dell'emergenza. A illustrare quali saranno le principali questioni da affrontare in tema di “business green” si è cimentato anche Michael Stausholm, fondatore e ceo di Sprout World (sprout  significa, in italiano, germoglio), l’azienda che in tutto il mondo ha venduto oltre 30 milioni di matite le quali, uniche al mondo fino a questo momento,  una volta inutilizzabili o comunque gettate, possono essere piantate e tornare a nuova vita sotto forma di erbe aromatiche, verdure, fiori e addirittura alberi.

I prodotti della Sprout World sono attualmente disponibili in 60 Paesi del mondo e fino ad ora sono stati venduti 20 milioni di pezzi prodotti. Il concetto è semplice: in cima alle matite è presente una capsula all'interno della quale sono presenti semi non ogm  di varie piante e fiori, dal basilico, al timo, al prezzemolo, alle margherite, ai pomodori.  Una volta terminato di usare la matita se ne può piantare ciò che resta direttamente nel terreno o aprire la capsula per utilizzarne il contenuto.  Un'idea innovativa che ha fatto ottenere all'azienda con una sede europea in Danimarca e una americana a Boston numerosi premi, oltre a ottenere contratti con diverse multinazionali che quanto meno hanno usato i prodotti della Sprout World per distribuirli ai partecipanti in occasione di grandi eventi.

Insomma, l'azienda fondata da Stausholm è stata indicata da tempo come esempio di azienda innovativa e particolarmente orientata al benessere del pianeta, uomo incluso. È vantando questi titoli che il ceo dell'azienda indica le tendenze legate alla cura dell'ambiente con le quali ci si dovrà confrontare nel corso dell'anno appena iniziato. «Il primo punto — spiega — è il passaggio da nice to have  a need to have . La sostenibilità non sarà più solo un asset “utile da avere” per un’azienda, qualcosa da citare sul proprio sito perché fa una buona impressione. Ma una necessità fondamentale nell’attività e nella strategia di impresa. La pandemia ha spinto in avanti questa tendenza. Con la maggiore attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con una crescente domanda da parte dei consumatori, è necessario tradurre in azioni e programmi concreti le proprie buone intenzioni». Con un'avvertenza, però : «Occhi puntati sul greenwashing». «Il greenwashing — continua Stausholm — è concepito con l'obiettivo di far credere alle persone che l’azienda stia facendo molto di più per proteggere l’ambiente di quanto non sia in realtà. È un modo comune attraverso cui le aziende si definiscono “amiche” del pianeta».  Barare però, sembra non sia più così facile come un tempo : «In qualche modo, è come se la crisi del covid-19 avesse resi tutti più allergici ai marchi che millantano credito sotto questo punto di vista. Sia i media che i consumatori hanno gli occhi puntati sul greenwashing e anche una piccola scintilla può accendere un incendio se vieni scoperto. Quindi, sarà fondamentale fare attenzione a quello che si porta avanti e a come lo si comunica». Nel 2021, in sintesi, vedremo una maggiore richiesta di dare prova concreta di  cosa si nasconde dietro i termini che un’azienda usa.

Una vera parola d'ordine, invece, secondo il fondatore di Sprout World, è “ridimensionare”: «Adesso che possiamo aspettarci che quest’anno sia più stabile e, si spera, che torneremo di nuovo alla normalità, dovremo ancora mantenere la flessibilità che la pandemia ci ha insegnato. La nostra vita lavorativa è diventata molto più adattabile alle mutevoli esigenze che si verificano. Molti imprenditori hanno dovuto chiedersi se uffici di grandi dimensioni e più costosi sono davvero una necessità con la crescita del lavoro a distanza».

In Sprout World, spiega il ceo, «stiamo esaminando la possibilità di lasciare il nostro ufficio centrale, che è molto grande e spesso mezzo vuoto, per affittare uffici di co-working  al momento in cui ne abbiamo bisogno. In questo modo, noi, e molte altre aziende in tutto il mondo, risparmieremo Co2 non spostandoci quotidianamente. Conosco anche molte aziende che stanno optando per una “politica della scrivania pulita” nei loro uffici, il che rende la regola “meno spazio e maggiore flessibilità” la norma. Ridurre il pendolarismo casa-luogo di lavoro è un importante miglioramento per il pianeta».

di Marco Bellizi