Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin all’apertura del Climate Adaptation Summit 2021

I cambiamenti climatici occasione per creare
nuovi modelli di sviluppo

FILE PHOTO: Floating ice is seen during the expedition of the The Greenpeace's Arctic Sunrise ship ...
26 gennaio 2021

La risposta al cambiamento climatico, per attenuarne gli effetti dannosi e adattarsi a esso, sia l’opportunità per «promuovere un nuovo modello di sviluppo», che «migliori le condizioni di vita, la salute, la sicurezza» di tutti e crei «nuove opportunità di lavoro». Lo chiede, a nome di Papa Francesco, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, intervenendo con un videomessaggio all’apertura del Climate adaptation summit 2021, il vertice internazionale sull’adattamento al clima, evento online ospitato dall’Olanda il 25 e 26 gennaio.

Verso la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop26


Un evento nel quale vengono analizzati i progressi generati dall’ultimo Climate Action Summit delle Nazioni Unite, tenuto a New York nel settembre 2019, illustrate soluzioni pionieristiche all'emergenza climatica, per proseguire il cammino di avvicinamento alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici Cop26 di Glasgow, dal 1 al 12 novembre 2021. In particolare, gli organizzatori hanno chiesto nuovi finanziamenti internazionali per la ricerca agricola e la consulenza agli agricoltori, in modo che possano adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione alimentare.

La «sfida epocale per il bene comune» costituita dal cambiamento climatico, spiega il cardinale Parolin nel suo intervento, richiede «un’azione rapida» per la riduzione delle emissioni di gas serra e le attività di mitigazione dei loro effetti negativi, unite al «rafforzamento dell’adattamento e della resilienza». Si tratta di un imperativo morale e umanitario, prosegue il segretario di Stato vaticano, «perché le più gravi conseguenze negative del cambiamento climatico spesso colpiscono i più vulnerabili: i poveri e le generazioni future». I poveri, che sono «i meno responsabili del riscaldamento globale», sono purtroppo «i più suscettibili di essere colpiti, poiché hanno meno capacità di adattamento e spesso vivono in aree geografiche particolarmente a rischio».

Attività complemetari di mitigazione e adattamento


Queste attività complementari di mitigazione e adattamento, chiarisce il segretario di Stato, richiedono «l'elaborazione di una strategia globale e condivisa a lungo termine basata su impegni precisi, capace di definire e promuovere un nuovo modello di sviluppo e costruita sul legame sinergico tra la lotta al cambiamento climatico e la lotta alla povertà». Perché «nulla può essere realizzato lavorando da soli. La pandemia del Covid-19 lo dimostra molto bene».

È necessaria per questo, prosegue il porporato, «una cooperazione internazionale più forte, impegnata in uno sviluppo sostenibile a bassa emissione di carbonio, così come l'investimento nel rafforzamento delle tecnologie e della resilienza, e il loro trasferimento a condizioni eque, in particolare ai Paesi più vulnerabili». È la scelta del primo cammino possibile indicato da Papa Francesco nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre, citato dal cardinale Parolin: quello del «rafforzamento del multilateralismo, espressione di una rinnovata corresponsabilità mondiale» contrapposto a quello che «predilige gli atteggiamenti di autosufficienza, il nazionalismo, il protezionismo, l’individualismo e l’isolamento, escludendo i più poveri, i più vulnerabili», che è «autolesionismo per tutti».

Opportunità per migliorare le condizioni generali di vita


L’auspicio del Papa, sottolinea il segretario di Stato, «è che si possa fare della risposta al cambiamento climatico un'opportunità per migliorare le condizioni generali di vita, la salute, i trasporti, l'energia e la sicurezza, e per creare nuove opportunità di lavoro». Il compito «è difficile e complesso», conclude il porporato, ma «abbiamo la libertà, l'intelligenza e la capacità di guidare e dirigere la tecnologia e di metterla al servizio di un altro tipo di progresso: più umano, sociale e integrale». Dovremmo anche «dimostrare di avere la volontà politica e la motivazione per portare avanti questa impresa».

di Alessandro Di Bussolo