Summit sul mutamento climatico

Un’agenda condivisa
per curare il pianeta

A man stands in the banks of the Coca and Napo rivers after an oil spill, in Rio Napo, Ecuador ...
25 gennaio 2021

Un piano di azione comune internazionale per invertire la corsa al riscaldamento del pianeta che è costato, in 20 anni, quasi mezzo milione di vite umane travolte da tifoni, uragani, sollevamento del livello dei mari, raccolti distrutti. Senza contare gli effetti, diluiti negli anni, di fame, malattie, assenza di istruzione per le comunità già fragili e, in più, colpite a ripetizione dagli effetti della “febbre” del pianeta scatenata dall’uomo.

Il Climate adaptation summit, evento on-line ospitato dall’Olanda e che si è avviato ieri pomeriggio, mira a definire un’agenda di azioni per frenare la deriva verso la totale destabilizzazione climatica del pianeta.

Il bilancio annuale della crisi dell’ecosistema planetario l’ha fatta come ogni anno la ong Germanwatch. Ha stimato in almeno 480.000 vite il costo di 11.000 eventi climatici catastrofici in vent’anni. Ed ha dato così il piano di lavoro al summit al quale intervengono — in collegamento causa pandemia — i leader della comunità internazionale e le voci più autorevoli.

Saranno rappresentati nello stesso foro, dunque, i paesi industrializzati, considerati tra i principali responsabili del riscaldamento terrestre, e i paesi il cui sviluppo umano è impedito dal mutamento climatico. L’orizzonte temporale entro il quale l’azione coordinata dovrà portare effetti, nello spirito degli accordi di Parigi sul clima, è il 2030.

«Non c’è vaccino per il cambiamento climatico» ha avvertito il presidente di Global center on adaptation (Gca) ed ex segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, fra gli organizzatori. Costruire insieme strategie di resilienza, ha proseguito, «non è un lusso, è un obbligo».

Fra gli altri effetti del riscaldamento planetario, infatti, si annoverano la perdita del 30% della produzione globale di cibo e la penuria d’acqua. Lo hanno ricordato ai leader che si affacceranno alla tribuna virtuale in Olanda, tremila scienziati che hanno sottoscritto un appello: se non si agisce subito — hanno ammonito — le conseguenze saranno drammatiche: «mancanza d’acqua, povertà, emigrazione in aumento, enorme prezzo in vite umane».