La Pontificia Accademia per la vita rilancia l’appello del Papa

Vaccini anti-covid: evitare
antagonismi e ingiustizie

La vaccinazione dei senza fissa dimora in Vaticano
23 gennaio 2021

Il rischio di «forti ingiustizie» nella produzione e nella distribuzione dei vaccini per il covid-19 viene nuovamente denunciato dalla Pontificia Accademia per la vita, che nel pomeriggio di ieri, 22 gennaio, ha diffuso una dichiarazione — firmata dal presidente, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, e dal cancelliere, monsignor Renzo Pegoraro — di cui pubblichiamo il testo italiano.

Di fronte ai gravissimi problemi che si stanno presentando in ordine alla produzione ed alla distribuzione del vaccino per il covid-19, la Pontificia Accademia per la vita ribadisce con forza l’urgenza di individuare opportuni sistemi per la trasparenza e la collaborazione.

C’è troppo antagonismo e competizione e il rischio di forti ingiustizie.

Papa Francesco già nel Messaggio Urbi et Orbi, nel giorno di Natale, 25 dicembre scorso, aveva rivolto una richiesta pressante: «Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!».

Queste parole richiedono un ascolto responsabile da parte di tutti, della comunità cristiana, dei credenti, di tutti gli uomini e donne di buona volontà. Il Dicastero per lo sviluppo umano integrale e la Pontificia Accademia per la vita hanno emanato il 29 dicembre scorso un apposito documento sull’importanza della vaccinazione e sulle modalità perché il vaccino sia un bene comune di tutti.

E si chiedeva, tra l’altro, di superare la logica del «nazionalismo vaccinale», intesa come tentativo dei diversi Stati di avere il proprio vaccino in tempi più rapidi, procurandosi comunque per primi la quantità necessaria per i propri abitanti. Vanno promossi e sostenuti accordi internazionali per gestire i brevetti in modo da favorire l’accesso di tutti al prodotto ed evitare possibili cortocircuiti commerciali, anche per mantenere il prezzo calmierato pure in futuro. La produzione industriale del vaccino dovrebbe diventare una operazione collaborativa tra Stati, imprese farmaceutiche e altre organizzazioni in modo che possa essere simultaneamente realizzata in diverse zone del mondo.

È una occasione straordinaria per un nuovo futuro più solidale. Questo è stato possibile — almeno in parte — per la ricerca. Con lo stesso spirito si deve avviare una sinergia positiva valorizzando gli impianti di produzione e distribuzione disponibili nelle diverse aree in cui i vaccini verranno somministrati, sulla base del principio di sussidiarietà. È quindi da evitare che alcuni Paesi ricevano il vaccino molto in ritardo a causa di una riduzione di disponibilità dovuta all’acquisto previo di ingenti quantitativi da parte degli Stati più ricchi. La distribuzione del vaccino richiede una serie di strumenti che vanno precisati e realizzati per raggiungere gli obiettivi concordati in termini di accessibilità universale. Un sollecito ai governi nazionali e alle organizzazioni dell’Unione europea e dell’Oms per attivarsi in questo senso, appare sempre più forte ed urgente.

In questo modo si rende concreto l’appello del Papa: tutti, fratelli e sorelle!