Multilateralismo

Giornata internazionale
dell’istruzione
al tempo del covid-19

A student studies sitting apart due to the coronavirus, Covid-19, in the historical library at the ...
22 gennaio 2021

La scuola, l’istruzione, sono forse gli ambiti che hanno subito il maggior contraccolpo dalla pandemia e i cui effetti dureranno più a lungo. La decisione di svuotare le aule scolastiche per arginare la diffusione della pandemia si è abbattuta sugli studenti come una mannaia che ha tagliato in due la loro vita tra un prima e un durante. Lasciati a casa ormai da mesi gli alunni frequentano, se così si può dire, le lezioni on-line.

Le difficoltà di questa condizione le raccontano gli insegnanti, che difficilmente riescono a guadagnare l’attenzione dei ragazzi collegati via pc, ma anche gli studenti stessi che hanno cominciato a protestare chiedendo a gran voce il ritorno a scuola e gli psicologi che segnalano per i giovani rischi di danni allo sviluppo e un disagio diffuso per la mancanza di relazionalità. La situazione è ancora più grave per gli alunni dei Paesi in via di sviluppo dove internet arriva poco e male o è troppo costoso e che quindi sono tagliati fuori da ogni possibilità di lezioni a distanza. Senza pensare che in queste regioni non andare a scuola significa anche, per molti, perdere l’unico pasto sicuro della giornata. Dunque meno istruzione e più fame.

Ma la situazione scolastica mondiale non era rosea neanche prima del covid. Povertà, discriminazione, conflitti armati, emergenze ed effetti dei cambiamenti climatici sono tutti fattori che rendono difficile l’accesso alla scuola. Anche la migrazione e lo sfollamento forzato influiscono negativamente sull’istruzione se risulta che oltre 4 milioni di bambini e ragazzi rifugiati sono fuori dalla scuola. Secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco), infatti, erano già più di 250 milioni i bambini che già prima della pandemia non frequentavano la scuola, più della metà di loro vive nell’Africa subsahariana, mentre quasi 500 milioni di bambini scolarizzati hanno accesso ad un insegnamento di scarsa qualità se è dimostrato che presentano gravi lacune di lettura e matematica; infine meno del 40 per cento delle ragazze dell’Africa subsahariana riescono a completare la scuola secondaria.

Con l’arrivo del covid, l’Unesco stima che ulteriori 24 milioni di studenti resteranno lontani dalle aule scolastiche, con un danno educativo che in termini puramente economici costerà loro 10 mila miliardi di dollari di reddito nel corso della loro vita lavorativa. Per questo la Giornata internazionale dell’istruzione, che Onu e Unesco celebrano il 24 gennaio ha quest’anno un significato particolare.

Questa terza edizione della Giornata internazionale, istituita nel 2019, che si è deciso di celebrare il 25 gennaio, arriva sulla scia di un’interruzione senza precedenti dell'apprendimento su scala e gravità globale. La chiusura di scuole, università e altre istituzioni educative, così come l’interruzione di molti programmi di alfabetizzazione e apprendimento permanente, hanno sconvolto la vita di 1,6 miliardi di studenti in oltre 190 paesi. Dunque quest’anno la Giornata internazionale, oltre a ricordare che l’istruzione è un diritto umano, un bene e una responsabilità pubblica e uno dei principali obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030 per «fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità permanenti di apprendimento per tutti», vuole anche mettere in luce gli impegni assunti dai governi per proteggere l’istruzione e combattere l’abbandono dell’apprendimento nella fase della ripresa. Vuole evidenziare le migliori pratiche nelle politiche in materia di finanziamento equo dell’istruzione e dare voce alla generazione covid-19 perché i ragazzi possano esprimere le loro preoccupazioni per un futuro segnato dalla recessione economica e dai cambiamenti climatici ma anche le loro aspirazioni. L’Onu sottolinea, infatti che senza un’istruzione inclusiva, equa, di qualità e opportunità per tutti, i Paesi non riusciranno a raggiungere la parità di genere e a spezzare il ciclo della povertà che lascia indietro milioni di bambini, giovani e adulti. Il tema della Giornata internazionale di quest’anno, che l’Unesco celebrerà il 25 gennaio, non poteva non essere, dunque, il rilancio e la rivitalizzazione dell’istruzione per la generazione covid-19. Le varie iniziative organizzate per l’occasione si concentreranno dunque sulla necessità di intensificare la collaborazione internazionale e la solidarietà per mettere l’istruzione al centro del processo di ripresa.

di Anna Lisa Antonucci