Alla ricerca dell’origine
Il capolavoro di sant’Agostino, Le confessioni, è stato al centro della relazione tenuta in streaming da Gaetano Piccolo nell’ambito del ciclo di conferenze sui grandi libri della tradizione cristiana, organizzato dal Centro Fede e Cultura Alberto Hurtado della Gregoriana. Piccolo ha subito mostrato l’immagine della Disputa sul Santissimo Sacramento, opera di Raffaello che secondo Giovanni Reale è ispirata proprio al tredicesimo capitolo delle Confessioni, nel quale Agostino esplicita il rapporto fra sensibile e sovrasensibile.
Solo un terzo dell’opera — ha proseguito Piccolo — ha carattere strettamente autobiografico: il grande tema di fondo è infatti la lode che Agostino vuole elevare al Creatore, anche attraverso le vicende personali della sua vita. Egli rilegge infatti la sua storia alla luce della parabola del Figliol prodigo: «Noi ci allontaniamo da te — scrive Agostino — non certo con i piedi o attraverso distanze di spazi (...). E mi allontanai da te e andai verso una regione lontana, per dissipare i miei averi con quelle meretrici delle mie passioni».
Dal
Dall’
Scritte probabilmente fra il 397 e il 400, Le confessioni hanno una struttura analoga a quella di un’altra sua opera, il De beata vita, nella quale Agostino parla del cammino verso la Verità, dell’approdo e infine della presentazione della Verità. La narrazione ha come scopo la ricerca di se stessi attraverso il racconto che avviene attraverso i due verbi «cercare» e «trovare», come Agostino scrive all’inizio dell’opera: «Coloro che lo cercano lo trovano e coloro che lo trovano lo loderanno». Il luogo nel quale avviene questa ricerca è la memoria (libro
Il titolo dell’opera ha un duplice significato: da una parte confessione dei peccati e dall’altra confessione della lode. Solo quest’ultima però permette di dare risposta alla domanda «Chi sono?». Come Agostino scrive all’inizio dell’opera: «E lodarti, ecco ciò che vuole l’uomo, piccola parte della tua Creazione». Le confessioni sono un dialogo continuo con Dio che porta allo stesso tempo a una conoscenza di Dio e di se stessi.
Per Agostino la riflessione sulla Creazione è un modo per individuare il luogo in cui riconoscersi: la lode che egli sta elevando non può domandare a Dio di venire in lui, ma è richiesta affinché egli possa dimorare in Lui. Agostino conosce se stesso non direttamente, ma passando attraverso Dio: «Io non sono io, la mia propria vita: a partire da me ho vissuto male, sono stato una morte a me stesso: in te ritorno a vivere».
di