
Ieri sera la Casa Bianca ha ufficialmente condannato le proteste. La portavoce Kay-leigh McEnany ha detto: «Sono qui per riportare un messaggio a nome dell’intera Casa Bianca. Permettetemi di essere chiara: la violenza che abbiamo visto ieri nella capitale della nostra nazione è stata spaventosa, riprovevole e antitetica rispetto al sistema americano. Condanniamo, come presidente e amministrazione, nei termini più forti. È inaccettabile, chi ha violato la legge deve essere perseguito». Il primo emendamento — ha aggiunto — «garantisce il diritto di riunirsi in modo pacifico, ciò che abbiamo visto ieri non era questo. Un gruppo di violenti ha danneggiato i diritti, previsti dal primo emendamento, di migliaia di persone che sono venute per far sentir la propria voce».
Il presidente, dal canto suo, ha riconosciuto per la prima volta l’esito del voto. «Il Congresso ha certificato i risultati delle elezioni. Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio. Il mio obiettivo ora è quello di assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata» ha detto ieri in un video su Twitter, senza mai citare direttamente Joe Biden. «È l’ora di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma. Bisogna tornare alla normalità dell’America». Poi ha usato toni duri contro i manifestanti di Capitol Hill: «Voi non rappresentate il nostro Paese. E coloro che hanno infranto la legge pagheranno».
Il video di Trump non ha tuttavia placato le polemiche. Molti chiedono l’impeach-ment o la rimozione. Secondo la Cnn, che cita fonti del suo entourage, il presidente eletto Biden sarebbe contrario all’impeach-ment perché «non aiuterebbe ad unificare il Paese».
Intanto, proseguono le defezioni in seno all’amministrazione dopo i fatti di Capitol Hill. Ieri hanno rassegnato le dimissioni il segretario all’istruzione, Betsy DeVos, il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matt Pottinger, la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Matthews e l’inviato speciale in Irlanda del Nord ed ex capo dello staff Mick Mulvaney. Tra i possibili dimissionari ci sarebbe anche il consigliere alla sicurezza nazionale Robert O'Brien, il segretario ai Trasporti Elaine Chao e Chris Liddell, assistente del presidente e vice capo dello staff.
Ad annunciare le dimissioni è stato anche il capo della Capitol Police, Steven Sund, dopo l’ondata di critiche per la gestione della sicurezza durante l’irruzione dei manifestanti all’interno del Congresso. Secondo diversi media Usa, le dimissioni di Sund avranno effetto dal 16 gennaio.