«Voglia di libri» di Mario Andreose

Storia di un testimone narratore

Stacks of books
05 gennaio 2021

Cara Giulia, già il titolo Voglia di libri (Milano, La nave di Teseo, 2020, pagine 240, euro 18) è una dichiarazione, un manifesto, una riaffermazione dell’importanza del libro e del mondo culturale e imprenditoriale che ci sta dietro. È curioso che un saggio riesca a commuovere, eppure Mario Andreose è riuscito in questa impresa, con piglio narrativo emozionato ed emozionante.

Cara Flaminia, nella prima sezione del libro, l’autore si racconta dagli albori; poco più che “giovane adulto”, da correttore di bozze a moderno spin doctor degli editori più influenti, sbarca da Venezia a Milano 1959, una città che è l’America del giornalismo e dell’editoria. Nascevano allora, vivacissimi, i giornali del pomeriggio e bastava sedersi al Caffè Jamaica a Brera per incontrare quel coté culturale che ha reso grande l’Italia postbellica e del boom degli anni Sessanta.

Flaminia : Con grande ironia ripercorre gli anni del contrastato rapporto tra Arnoldo e il figlio Alberto, quando Alberto nel 1969 si separa dal padre e fonda Il Saggiatore coinvolgendolo in una nuova avventura culturale. È da entrambi stimato e richiesto e si sente un «Arlecchino schizofrenico» perché servitore di due padroni. Passerà al Saggiatore, ma si concluderà anche quella esperienza e i tempi finali li ricorda come «gli ultimi giorni di Pompei», concitati, col personale in lotta, gli autori e i redattori smarriti.

Giulia : Di quegli imprenditori è intimo, vive anche fuori dalle aziende con loro, nelle case, nei luoghi di villeggiatura, frequenta gli intellettuali e gli ingegni grandi d’Italia: da Debenedetti all’avvocato Agnelli, da Cesare Garboli a Bianchi Bandinelli e Giulio Carlo Argan. In seguito una nuova esperienza nella Fabbri dove mette in piedi una collana per giovani adulti fino ad allora assente sul mercato. E poi l’amata Bompiani.

Flaminia : Fino alla direzione editoriale e alla presidenza della Nave all’arrivo del nuovo millennio. Le vicende politiche dell’ultima ora, l’intervento dell’Antitrust relativo alla fusione Rcs e Mondadori, lo spingono al varo di una nuova casa editrice La nave di Teseo progettata insieme a Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco, l’amico di una vita e il riferimento costante della sua storia professionale col sogno, irrealizzato, di poter assorbire nella Nave di Teseo la sua amata Bompiani. Un briciolo di amarezza che fa parte del gioco.

Giulia : Un susseguirsi di ricordi, i dialoghi con Leonardo Sciascia e con Moravia, gli accordi, il corteggiamento di altri editori con il rischio di perdere qualcuno degli autori più letti ma poi nuovi cataloghi, nuove idee, nuove rinascite. Nella seconda e terza sezione del saggio Andreose tratteggia alcuni ritratti emblematici di personaggi chiave della letteratura, dell’editoria, dello sport, del mondo del cinema che offrono interessanti spunti di riflessione sull’intreccio tra cultura e imprenditorialità.

Flaminia : Tratteggiata con profonda ammirazione la figura di Livio Garzanti, definito un signore del Rinascimento, uomo e imprenditore aperto alla ampia divulgazione del sapere con la creazione delle Garzantine e delle opere enciclopediche acquistabili a rate.

Giulia : Un po’ memoir e un po’ saggio, Andreose ripercorre la sua intensa vita professionale arricchendo il testo con medaglioni in cui scolpisce il profilo di amici carissimi o di personaggi come T.S, Eliot o Woody Allen di cui si è editorialmente occupato finendo per considerarli “di famiglia”. Di famiglia come lo sono i libri, essenziali e necessari quanto il cucchiaio, il martello, la ruota o le forbici, come amava ricordare Eco.

di Giulia Alberico
e Flaminia Marinaro