Pressioni di Trump
Questo quanto emerge da una conversazione telefonica, avvenuta sabato scorso, i cui contenuti sono stati resi noti ieri sera, domenica, dal «Washington Post». «Non c’è niente di male se dite di avere ricalcolato» si ascolta nella registrazione durata circa un’ora in cui Trump, adducendo ipotetici brogli ai suoi danni, cerca di convincere Raffensperger, e il suo consigliere Ryan Germany, di adoperarsi per sovvertire l’esito del voto in Georgia. I due rispondono al presidente che nello Stato lo svolgimento del voto è stato del tutto regolare.
Il leader repubblicano continua a perseverare con le sue accuse di brogli, finora costantemente rivelatesi infondate, nel tentativo di annullare in ogni modo l’acclarato risultato delle elezioni presidenziali svoltesi ormai due mesi fa. Ieri su twitter ha scritto che il segretario di Stato della Georgia «non ha idea» dei brogli avvenuti.
Numerose le critiche da parte dei democratici. Da precisare che anche un capovolgimento del risultato in questo Stato non basterebbe ad annullare la vittoria ottenuta con ampio margine da Biden. Quest’ultimo, dopo aver incassato l’ufficializzazione della vittoria a dicembre dai Grandi elettori, attende solo la ratifica del Congresso il prossimo 6 gennaio per poter effettivamente entrare in carica il prossimo 20 gennaio come 46º presidente degli Stati Uniti d’America.
La rivelazione del «Washington Post» arriva in un momento molto importante per le sorti della politica statunitense. Proprio in Georgia, infatti, domani (martedì) si voterà per eleggere due nuovi senatori. Due seggi che determineranno in modo decisivo gli equilibri tra repubblicani e democratici al Campidoglio a Washington. Sempre ieri il quotidiano statunitense ha pubblicato un editoriale firmato da dieci ex segretari della Difesa in vita, di entrambi i partiti, che congiuntamente invitano Trump a desistere.
Nel frattempo la democratica Nancy Pelosi è stata rieletta speaker della Camera dei Rappresentanti.