DONNE CHIESA MONDO

Le storie

In monastero
a tutta birra

Doris Engelhard (©SMB-da mk online)
02 gennaio 2021

Suor Doris, mastra birraia con 3 mila ettolitri l’anno


Servire Dio facendo birra artigianale? Da 45 anni suor Doris Engelhard nell’abbazia francescana di Mallersdorf, in Baviera, fa proprio questo. Ultima monaca birraia d’Europa, suor Doris è una vera forza della natura: oltre a produrre da sola circa 3 mila ettolitri l’anno di birra, questa Braumeister (mastra birraia) di 65 anni ama il suo lavoro e lo fa con una gioia contagiosa, la stessa che prova ad amare il Signore: «Puoi servire Dio ovunque, non importa che professione o che mestiere fai. E’ bello far piacere a Dio, alle mie consorelle e insieme alla nostra clientela». Del resto, come lei stessa racconta, il legame tra la birra e le donne, anche quelle di chiesa, è antichissimo. Si dice che la birra sia stata inventata da una donna, diecimila anni fa. «Esistono varie versioni – dice suor Doris che abbiamo raggiunto via email -Si pensa che l’antica birra nacque, probabilmente dalle parti della Mesopotamia, da un pezzo di pane dimenticato fuori che prese umidità e cominciò quindi a fermentare. Il liquido che ne derivò aveva proprietà sorprendenti. Questo dovrebbe essere accaduto circa 10.000 anni fa!».

Una bevanda antichissima, forse ancora più antica del vino. «Nell’Epopea di Gilgameš nel secondo millennio a.C si parla di una bevanda simile alla birra fatta con datteri e orzo. Gli studiosi sono dell’avviso che l’inizio dello sviluppo della cultura umana sia strettamente collegato con l’arte della produzione della birra».

Inoltre la prima dea considerata la matrona della birra è stata la sumera Ninkasi, seguita da Athor, egiziana, e Isthar, divinità babilonese. Egiziane, assiro-babilonesi, persiane, cretesi, greche e bizantine: donne che si sono dedicate per migliaia di anni alla preparazione di questa bevanda. Fino al Medioevo la birra è stata fatta quasi esclusivamente da mani femminili. «Era competenza della madre di famiglia provvedere al sostentamento, del quale facevano parte anche le bevande. Subito dopo il pane nei forni veniva prodotta la birra poiché in quegli ambienti caldi circolava nell’aria un residuo di polvere di lievito che facilitava alla fermentazione della birra. In Germania c’è un detto che recita: ‘Oggi inforno, domani faccio la birra’. Per produrre la birra è necessario un cereale che contenga una buona percentuale di amido affinché fermenti e qualche spezia per aromatizzarla. I sumeri chiamavano la loro birra kasch. La parola sopravvive ancora oggi nel vocabolo slavo kas che significa zuppa di pane». Del resto ancora oggi in Germania la birra viene chiamata flüssiges Brot – pane liquido.

Fu una donna dai numerosi talenti, religiosa e insieme botanica, filosofa, scrittrice, poetessa, linguista, a scoprire le proprietà del luppolo, ingrediente che trasformò la birra medioevale in quella che beviamo noi: Hildegarda von Binden, santa e dichiarata dottore della Chiesa nel 2012 da papa Benedetto XVI. «Penso che Hildegarda sia stata una donna intelligente e saggia. Ha avuto il coraggio di dire agli uomini ciò che è sano, certamente non aveva problemi di emancipazione! Era sicura di sé e ha fatto ciò che riteneva giusto».

Nel Medioevo numerosi monasteri, specialmente in Baviera o in Belgio, ma anche in Italia, divennero produttori di questa bevanda torbida e nutriente. Non esattamente quella che beviamo oggi ma una versione più rudimentale e speziata, la birra medioevale veniva di gran lunga preferita alle acque sporche e poco salutari dei conventi. L’abbazia di Mallersdorf è legata alla produzione della birra fin dal dodicesimo secolo. Dopo una lunga interruzione la produzione di birra riprese nel 1881 e poi definitivamente negli anni Settanta ad opera di suor Doris. Fino a trent’anni fa anche il monastero di Schönbrunn, vicino a Dachau, in Germania, aveva all’interno un birrificio gestito da monache. Oggi purtroppo sono rimaste pochissime le religiose mastre birraie come suor Doris, che instancabile, ogni domenica mattina si alza alle 3 per entrare in sala cottura. «Mallersdorf è stata fondata dai Benedettini di Bamberg nel 1109. Poiché i Benedettini erano autarchici hanno sicuramente iniziato in questo periodo a produrre birra. Esiste una bolla del 1432 che consente ai Benedettini di Mallersdorf di vendere la birra in botti. Io stessa lavoro dal 1966 nel birrificio del convento e dal 1975 ne sono la responsabile. Sono una normalissima mastra birraia e cerco, come ogni mastro birraio, di produrre una buona birra». Quella di Doris è una storia di vocazione e passione. Avrebbe voluto studiare agraria e fare un lavoro manuale, ma una monaca le propose di occuparsi del birrificio. Così iniziò il suo apprendistato nel 1966 a diciassette anni nel birrificio del convento con Suor Lisana, mastra birraia. «Nel 1974 -’75 ho frequentato un istituto professionale per la produzione della birra a Ulm e ho preso il diploma. Produrre birra rappresenta per me il lavoro per un alimento sano e buono. E’ un piacere poter offrire ai nostri clienti una bevanda sostanziosa. Amo il mio lavoro, amo l’odore della birra e lavorare con creature di vita come il lievito e l’orzo. Sono contenta quando la gente degusta con gioia la nostra birra. In realtà si dovrebbe poter provare piacere per tutto quello che si fa, per non diventare insopportabili. Sicuramente Dio non vuole persone tristi e insoddisfatte. Ci sono davvero tante cose che rendono la vita piacevole e meritevole di essere vissuta. Per me è il lavoro nel birrificio e il poter bere una buona birra. La birra è la bevanda con il più basso tasso alcolico e, poiché contiene anche anidride carbonica, è digeribile. E’ una bevanda sana… se non si esagera con il consumo! ».

di Valentina Pigmei