Il viaggio di un piccolo pastore in «Sulle ali dell’angelo» di Michael Morpurgo

La volta in cui le scintille non volarono in alto

Particolare da una delle tavole di Quentin Blake
28 dicembre 2020

È un bambino di 9 anni a raccontare la notte incredibile che ha vissuto. Dopo una giornata lunga e particolarmente faticosa, con il padre, lo zio Zac e i due fratelli poco più grandi, il piccolo siede attorno al fuoco; nessuno ha la forza o la voglia di parlare, tanto sono tutti stanchi e nervosi. Finché improvvisamente le scintille, invece di volare in alto per raggiungere le stelle come solitamente fanno, si compongono in una figura umana «immersa in un’improvvisa luce gloriosa» che volteggia sopra di loro. È l’angelo Gabriele venuto ad avvertirli della nascita del Re bambino, «figlio di Dio e figlio dell’uomo».

Dopo lo spavento, superati lo shock e l’incredulità, gli adulti, Ruben e Jacob partono. Il solo che resta — perché le pecore non possono essere abbandonate nemmeno per pochissimo tempo («Betlemme è appena oltre la collina») — è il minore del gruppo. «Seduto accanto al fuoco, avvolgendomi nel mantello, imprecai contro la sorte per essere il più piccolo, contro mio padre per avermi abbandonato, e cominciai a piangere a dirotto». Finché il bambino non scopre che in realtà non è solo: quello stesso angelo venuto per spronarli a partire, infatti, una volta assolto il suo compito è tornato indietro di nascosto: issato il bambino sulle sue ali, lo porta in volo ad ammirare Gesù appena nato. E da lì la storia meravigliosamente prosegue.

Sono tanti gli aspetti che colpiscono leggendo Sulle ali dell’angelo (Milano, Jaca Book 2020, pagine 48, euro 14, traduzione di Laura Molinari e Vera Minazzi), bel libro per i più piccoli di Michael Morpurgo, con le illustrazioni del grandissimo Quentin Blake, che continua a mettere la sua matita al servizio delle storie più diverse. Soprattutto a noi sembra una splendida metafora del Dio che toglie e del Dio che dà. Del Dio che quando sembra farci quasi lo sgambetto con qualcosa di brutto, in realtà sta solo lavorando per mettere in atto qualcosa di ben più importante per noi.

di Giulia Galeotti