Il saluto del cardinale decano

Un faro di speranza
in un anno difficile

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21 dicembre 2020

Pubblichiamo di seguito il saluto rivolto al Pontefice, a nome dei presenti, dal decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re.

Beatissimo Padre,

A nome del Collegio cardinalizio, reso più numeroso dal recente Concistoro, e a nome della famiglia della Curia romana e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano presento a Vostra Santità gli auguri più cordiali, che il Natale ispira ed avvalora.

L’atmosfera di serenità, di gioia e di festa che caratterizza ogni anno la celebrazione dell’evento più alto della storia, quello del Figlio di Dio che si è fatto uomo, quest’anno è turbata dalla drammatica situazione creata dalla pandemia del covid-19.

Questo ci porta a stringerci ancor più attorno a Vostra Santità, in comunione di fede, di pensieri e di impegno nel servizio per il bene della Chiesa e dell’umanità. Il Bambino che a Natale viene a noi rimane la nostra più grande speranza anche per i gravi problemi che dobbiamo affrontare in questo tempo difficile e travagliato.

L’anno che volge al termine resterà nella storia per il dramma causato nel mondo intero da un piccolo virus, ma rimarrà nella memoria anche con l’immagine del Papa che solo, nello scenario suggestivo e maestoso, ma vuoto di piazza San Pietro, ha pregato e parlato al mondo nelle celebrazioni liturgiche della Settimana santa. Resteranno vive nelle menti e nei cuori i discorsi del mercoledì, gli Angelus domenicali e le tante iniziative di Vostra Santità, che sono risultate di sostegno, di conforto e di incoraggiamento in quest’anno di sofferenze e di disagi, in cui è aumentata la povertà di tanti, ma è anche cresciuta la generosità e la solidarietà di molti. In questo momento di dura prova per l’intera famiglia umana vi sono state espressioni di solidarietà mai viste prima.

La Chiesa si è confermata vicina alla gente, con particolare attenzione ai sofferenti, ai poveri, agli emarginati, alle persone sole, e in modo speciale a quelle colpite dal coronavirus. Molti sacerdoti sono stati ammirevoli e, nella loro generosità pastorale, hanno corso
anche rischi.

La pandemia tuttavia non ha rallentato l’intensa attività di Vostra Santità, le cui parole sono state un faro di luce, di conforto e di speranza; come pure non ha impedito la realizzazione di grandi iniziative a livello mondiale come il Patto educativo globale e l’appuntamento ad Assisi dei giovani per l’Economia secondo Francesco, sia pure nella modalità online.

Uno degli eventi di maggior risonanza è stato certamente il dono della terza enciclica di Vostra Santità Fratelli tutti, firmata ad Assisi, presso la tomba di san Francesco, luogo di grande portata simbolica. Il documento ha subito avuto larga diffusione e accoglienza, col suo messaggio di fraternità e di amicizia sociale che non esclude nessuno e con il suo invito a prendersi cura gli uni degli altri e a promuovere una società fondata su rapporti di fratellanza.

Questa importante enciclica ci ha ricordato che i problemi si possono risolvere solo operando insieme con gli altri, e ha messo in risalto che l’amore sociale è una forza capace di suscitare nuove vie per superare le difficoltà.

Per il centenario della nascita del Papa san Giovanni Paolo II, che cadeva il 20 maggio scorso, Vostra Santità aveva in programma una solenne concelebrazione eucaristica in piazza San Pietro, con la presenza anche di un numeroso pellegrinaggio dalla Polonia, ma la situazione di emergenza creata dal coronavirus ha permesso a Vostra Santità solo di celebrare quella mattina la messa all’altare della sua tomba nella basilica Vaticana, illustrando nell’omelia che quel suo predecessore è stato un modello di vescovo che prega e di pastore vicino al popolo, un vigoroso promotore della giustizia nel mondo e un fervente apostolo della Divina Misericordia.

Confidando nella speciale protezione di san Giuseppe nell’anno a lui dedicato, la Chiesa vive e va avanti adempiendo la sua missione a bene dell’umanità, seguendo la guida di Vostra Santità, alla quale tutti rinnoviamo l’espressione della nostra fedeltà, del nostro pieno e solidale sostegno e della nostra quotidiana preghiera.

Beatissimo Padre, a nome di tutti i presenti e di quanti lavorano nella Curia romana, nel Governatorato e nel Vicariato di Roma, che fra poco incontrerà; a nome anche dei rappresentanti pontifici nei vari Paesi del mondo, chiedo a Vostra Santità di accogliere i nostri auguri e la rinnovata assicurazione del nostro impegno nel servizio ecclesiale per il rinnovamento spirituale della Chiesa e dell’umanità.

Ci benedica tutti, Santità.