Il rilancio del settore dovrà passare per l’innovazione e per la cooperazione internazionale

Il futuro della corsa
allo spazio

Bambini cinesi osservano il modellino di un razzo lunare (Afp)
19 dicembre 2020

La conquista dello spazio è stata, per decenni, al centro della competizione tra le grandi potenze mondiali. Questa tematica è stata particolarmente sentita tra gli anni ’50 ed i primi anni ’70 quando Stati Uniti ed Unione Sovietica si sono fronteggiati per la conquista della Luna. La supremazia negli spazi celesti ha poi lasciato il passo ad altre questioni ma le cose potrebbero presto cambiare. La Nasa ha recentemente diffuso i piani del suo programma Artemis, una missione di esplorazione spaziale in partenza nel 2021 e destinata a riportare gli esseri umani sulla Luna. La prima missione senza astronauti, nota come Artemis i, è in partenza nel 2021 mentre Artemis ii, con gli astronauti a bordo, partirà nel 2023. Nel 2024 Artemide iii porterà gli astronauti sul Lunar Gateway, una stazione spaziale in fase di sviluppo che orbiterà intorno alla Luna e da cui si potrà pianificare l’allunaggio.

La Russia dovrebbe lanciare, dopo quarantacinque anni, la sua prima navicella spaziale verso la Luna nell’ottobre del 2021. Mosca, nel corso della sua storia, non ha mai inviato una navicella sulla Luna e due regioni sono state già selezionate per l’atterraggio. Tra gli obiettivi del programma spaziale integrato russo c’è lo scavo della superficie lunare, l’ottenimento di campioni di terreno ed il loro invio sulla Terra. Il programma spaziale russo è rinomato per aver inviato, nel 1961, il primo uomo nello spazio e per aver lanciato in orbita, quattro anni prima, il primo satellite. Più di recente, però, ci sono stati alcuni problemi come la perdita di costose navicelle spaziali e satelliti. Il rilancio del settore dovrà passare, necessariamente, dall’innovazione e dalla cooperazione internazionale.

L’India, che aspira a diventare una grande potenza globale, ha manifestato un certo interesse verso l’esplorazione lunare e sta pianificando una missione con il Giappone. La Lunar Polar Exploration dovrebbe prendere il via dopo il 2023 ed intende portare un lander ed un rover sulla superficie della Luna per indagare sulla presenza di acqua nelle regioni polari. La missione partirà dal Giappone e dovrebbe essere operativa per almeno tre mesi. L’asse tra Nuova Delhi e Tokyo potrebbe portare ad una cooperazione più approfondita anche in altri settori della geopolitica asiatica e far sviluppare una vera e propria alleanza tra le due nazioni.

La Cina ambisce a diventare il terzo Paese, dopo Stati Uniti ed Unione Sovietica, a riportare rocce lunari sulla Terra e più in generale, tanto a livello scientifico quanto propagandistico, il programma Chang’e 5 potrebbe rivelarsi particolarmente importante per l’esplorazione spaziale cinese. La missione spaziale cinese Chang’e 5, lanciata in orbita lo scorso ventitré novembre, è giunta sulla superficie della Luna il primo dicembre e qui ha prelevato oltre due chilogrammi di rocce lunari che verranno analizzate, in un secondo momento, sulla Terra. Il modulo di risalita è riuscito a trasferire, il quattro dicembre, i campioni alla sonda madre, che ruota intorno al nostro satellite, riuscendo a realizzare il primo aggancio robotico della storia nell’orbita lunare.

Le attività spaziali cinesi proseguono con una certa intensità ed entro il 2021 dovrebbe essere lanciato il modulo inaugurale della stazione spaziale di Pechino, da completare entro il 2023. Il programma spaziale cinese ha diverse obiettivi, alcuni dei quali a breve termine ed altri a lungo termine. Tra quelli più ambiziosi c’è l’invio di astronauti sulla Luna e la creazione di una base sul suo territorio. La futura base lunare dovrebbe chiamarsi International lunar research station (Ilrs) ed i lavori per la sua realizzazione dovrebbero essere avviati entro la fine dell’attuale decennio per essere completati nel corso degli anni ’30.

La speranza è che il grande tema dell’esplorazione spaziale possa portare alla collaborazione pacifica tra le nazioni al fine di far progredire le conoscenze dell’umanità, al momento molto limitate in questo ambito. Gli interessi delle Terra e di tutte le nazioni possono essere raggiunti, al meglio, evitando gli scontri e facilitando la cooperazione.

di Andrea Walton