Le vite di Kipling e Margaret Wise Brown

Quanta creatività
nel sentirsi diversi

Particolare tratto da «Rudyard. Il bambino con gli occhiali»
15 dicembre 2020

Chi si nasconde dietro le storie amate dai bambini? Che infanzia hanno avuto scrittrici e scrittori che nutrono la curiosità dei piccoli? Due libri recenti rispondono a queste domande, presentando ai giovanissimi lettori le biografie di due scrittori molto amati — Rudyard Kipling e Margaret Wise Brown — che, come in tutte le fiabe che si rispettino, non sempre ebbero vita facile.

Certamente non fu facile l’infanzia dell’autore del Libro della Giungla. Nato a Bombay nel 1865 da genitori inglesi, Kipling viene mandato da piccolo in Inghilterra a studiare, esperienza che lo segna per sempre, generando in lui quel senso di abbandono e di malinconia che attraverserà molte delle sue opere. Nel 1882 torna finalmente in India. Divenuto giornalista, da inviato gira il mondo ed è durante il soggiorno americano che scrive i suoi capolavori. L’infanzia di Kipling è ora raccontata ai piccoli da Cinzia Ghigliano in Rudyard. Il bambino con gli occhiali (Roma, Orecchio Acerbo 2020, pagine 44, euro 16), bel libro sulla difficoltà di crescere. Rudyard, nome del lago davanti al quale i suoi genitori si giurano amore eterno, cresce felice finché, come per tutti i bambini inglesi “di buona famiglia”, anche per lui e per la sorellina giunge il tempo dello strappo: addio alla famiglia e al suo mondo di animali esotici, profumi e magici colori indiani, è arrivato il momento della scuola nella fredda e grigia Inghilterra. I bambini approdano in casa di una donna severa, e del suo poco simpatico figlio: soprusi, castighi e divieti diventano la quotidianità di Rudyard che trova nella lettura gli unici sprazzi di felicità.

Solo il Natale concede brevi momenti spensierati a casa degli zii, ed è qui che qualcuno — vedendolo davvero — si accorge che Rudyard sta perdendo la vista. Ritrovata la madre e con un buon paio di occhiali, è di nuovo felice quel bambino che da adulto diventerà uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, e che nel 1907 vincerà il Nobel per la letteratura, il premiato più giovane di sempre con i suoi 41 anni. È un libro sulla difficoltà di crescere che invita a non avere paura di sentirsi diversi, unici, Rud-yard. Il bambino con gli occhiali, in una storia di grande tristezza, ma contemporaneamente di grande creatività.

Tutti elementi che caratterizzano anche la vita di Margaret Wise Brown, notissima in area anglosassone, autrice di oltre cento libri, alcuni dei quali recentemente tradotti in italiano, come Buonanotte luna (Nord-Sud, 2017), La cosa più importante (Orecchio Acerbo, 2018) e Dove scappi, coniglietto? (Milano, HarperCollins, 2020, pagine 32, euro 12).

Accompagnato dalle illustrazioni di Sarah Jacoby, in La cosa più importante di Margaret Wise Brown (Milano, HarperCollins 2020, traduzione di Beatrice Masini) Mac Barnett racconta la biografia della scrittrice americana (1910-1952). È una biografia di 42 pagine — come gli anni di vita della Wise Brown — genialmente narrata con una prosa che ricorda molto quella della stessa scrittrice, tra andamenti ripetuti e domande dirette al lettore che, al tempo stesso, interrompono e danno ritmo alla narrazione. Nata in una famiglia benestante di Brooklyn, Wise Brown — la cui cosa importante è l’aver «scritto dei libri» — si accosta alla scrittura per bambini durante gli anni di insegnamento alla Bank Street Experimental School di New York. Non avrà subito fortuna con le sue storie: era strana, veniva percepita come una persona eccentrica, difficile; e strani suonano da principio i suoi libri («c’è gente a cui non piacciono le storie strane, soprattutto nei libri per bambini») che nessuno vuole pubblicare. In realtà Wise Brown è una donna travolgente con una grande capacità di vedere i dettagli, di ascoltare e di parlare ai piccoli, come le sue storie chiaramente dimostrano. Sono “libri importanti” i suoi, racconta Mac Barnett «e li scriveva per i bambini perché secondo lei i bambini si meritano libri importanti».

Ne è un esempio Dove scappi, coniglietto? (HarperCollins 2020, traduzione di Beatrice Masini), storia di un coniglietto che continua a scappare dalla sua mamma. Ma la mamma lo ritrova ogni volta perché se il suo cucciolo è fantasioso lei lo è ancora di più: se il piccolo si trasforma in uccello per dileguarsi, lei diventa l’albero su cui riposarsi; quando lui assume le sembianze di una barchetta a vela, lei è il vento. Una storia capace di rassicurare il bambino senza però bloccargli la fantasia. Pubblicato per la prima volta nel 1942, il libro aveva le stesse illustrazioni, firmate Hurd (1908-1988), che oggi accompagnano il testo. Laureato a Yale, negli anni Trenta Hurd studiò pittura con Léger a Parigi, dove sviluppò il suo stile caratterizzato dall’uso di tinte piatte e vibranti. Dalla sua collaborazione con Margaret Wise Brown sono nati alcuni dei libri per bambini più longevi di sempre.

di Silvia Gusmano