Per uno stato di emergenza globale

Appello di Guterres sul clima

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14 dicembre 2020

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha esortato ogni Paese a dichiarare lo «stato di emergenza climatica».

Intervenendo ieri al Climate Ambition Summit, il vertice internazionale virtuale organizzato in occasione del quinto anniversario degli Accordi sul clima di Parigi del 2015, Guterres ha spiegato che lo stato di emergenza dovrebbe rimanere in vigore finché non verrà raggiunta la neutralità climatica, vale a dire fino a quando non verranno più introdotti nell’atmosfera gas serra aggiuntivi.

«Qualcuno può forse negare che ci troviamo di fronte a una drammatica emergenza?», ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite.

Guterres ha anche sottolineato che gli impegni assunti per raggiungere gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015 sono insufficienti per raggiungere l’obiettivo dell’intesa: mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi dai livelli pre-industriali. E, in alcuni casi, ha precisato, addirittura ignorati. Le emissioni di gas serra aumentano invece che diminuire, i deserti avanzano, i ghiacciai si ritirano, cicloni e alluvioni diventano sempre più frequenti e devastanti. E sono i Paesi più poveri che pagano il prezzo maggiore, con carestie che provocano guerre e migrazioni.

E la pandemia rischia di aggravare il quadro. Al di là dei bei discorsi, nei fatti i piani di aiuti dei Paesi finiscono per favorire le attività tradizionali ad alte emissioni, piuttosto che investire sulla green economy.

Se la comunità internazionale non cambierà atteggiamento, ha aggiunto il segretario generale dell’Onu, la Terra potrebbe avviarsi in questo secolo verso un «catastrofico» aumento delle temperature di 3 gradi.

Secondo quanto riferito da Guterres, che ha invitato le altre Nazioni a fare altrettanto, sono già 38 gli Stati che hanno dichiarato l'emergenza climatica. L’Ue ha fatto la sua dichiarazione nel novembre del 2019.