Le iniziative della Pontificia Commissione di archeologia sacra per valorizzare i luoghi damasiani

Quelle radici che ci parlano

La basilica di San Silvestro nelle catacombe di Priscilla
11 dicembre 2020

Il Papa San Damaso (366-384), la cui memoria si celebra l’11 dicembre, viene ricordato soprattutto per la sua opera di valorizzazione e monumentalizzazione delle memorie dei martiri: i monumenti costruiti sulle tombe dei primi testimoni della fede nelle catacombe di Roma, i celebri epitaffi da lui composti, tradotti graficamente sul marmo da Furio Dionisio Filocalo per arricchire queste memorie e illustrare la vita dei santi e dei martiri presenti nei cimiteri romani, i percorsi strutturati per facilitare l’afflusso dei pellegrini ai santuari sotterranei costruiti attorno alle tombe venerate, rappresentano eloquentemente la sua volontà di proporre i martiri come modelli non solo di fede ma anche di coerenza, di coraggio, di speranza vera che non viene meno di fronte alle sfide più difficili. Per questa singolare attività Papa Damaso viene invocato come patrono dagli archeologi.

La Pontificia Commissione di archeologia sacra, oggi più che mai, vuole seguire le sue orme attraverso l’impegno quotidiano della valorizzazione e, ancor prima, della tutela, della custodia gelosa e della cura attenta di questi luoghi tanto suggestivi quanto importanti non solo per la comunità cristiana ma per tutti, giacché essi rappresentano tangibilmente le radici della nostra identità, della nostra cultura, della nostra arte. Nelle catacombe le radici cristiane dell’Italia e dell’Europa intera si toccano con mano, ci parlano, ci chiedono attenzione, ascolto e rispetto. La pandemia che affligge la nostra società da quasi un anno ha provocato anche la chiusura delle catacombe normalmente aperte al pubblico, dislocate soprattutto a Roma ma anche in diverse regioni italiane. La inevitabile chiusura ha causato la sospensione del lavoro delle guide e degli operatori che gestiscono l’accoglienza nelle catacombe e ha avuto come immediata conseguenza anche il venir meno dei contributi che servivano per finanziare tutte le attività di tutela, manutenzione e restauro.

Le catacombe senza pellegrini e visitatori, silenziose e vuote, ora fanno ancor più impressione. Non potendo più “parlare” e trasmettere il messaggio di cui sono impregnate, assomigliano, tristemente, a un cantante che ha perso la voce o a un calciatore che ha una gamba fratturata.

Ciononostante il lavoro della Commissione non si è fermato e, pur tra tante difficoltà, non solo economiche, si è provveduto ad intervenire nelle situazioni più critiche ed urgenti con il proprio personale, ridotto notevolmente, e con i propri scarsi mezzi, ma sempre con tanto entusiasmo e sacrificio personale.

Nel periodo precedente la chiusura erano state realizzate numerose iniziative, volte proprio a valorizzare le memorie cristiane delle catacombe, a rimetterle in luce e a renderle sempre più conosciute e, quindi, fruibili e visitabili. Innanzitutto la Giornata delle catacombe, avviata nel 2018, a cui si collegavano eventi significativi come, ad esempio, la riapertura del mausoleo di Elena adiacente le catacombe romane dei Santi Marcellino e Pietro, o il restauro e la riapertura della basilica di San Silvestro alle Catacombe di Priscilla, dove Papa Francesco ha voluto celebrare la commemorazione dei defunti il 2 novembre 2019.

Grazie alla collaborazione internazionale e al sostegno di istituzioni e fondazioni di alcuni Paesi, è stato poi riallestito il museo di San Sebastiano con tutti i sarcofagi restaurati; è stato realizzato un primo intervento di sistemazione della basilica sotterranea di Sant’Ermete, venerato come patrono dalla città belga di Ronse; si è provveduto a valorizzare la basilica ipogea di Domitilla restaurando l’epigrafe damasiana, inserendovi un pannello con uno stralcio dell’omelia di Papa Gregoria Magno lì tenuta, rifacendo l’apparato di illuminazione.

Per valorizzare adeguatamente le nostre catacombe, monumenti unici e testimoni della vita e della fede delle primitive comunità cristiane, e renderle accessibili e fruibili anche a livello mediatico, è stato quindi realizzato il sito web (www.catacombeditalia.va) e i profili social dedicati tramite Facebook e Instagram. Grazie a questi media è stato possibile programmare, lo scorso ottobre, la terza Giornata delle catacombe in versione digitale, dedicata ad una riflessione sulla enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, attraverso le testimonianze artistiche dei nostri monumenti. In collaborazione, poi, con i programmi televisivi «I viaggi del cuore» (Rete 4) e «Bel tempo si spera» (TV2000) sono stati prodotti filmati e interviste che mostrano al grande pubblico le catacombe meno conosciute, con il loro prezioso corredo di affreschi e sculture. A tutte queste iniziative il pubblico ha risposto sempre con entusiasmo, grande interesse e curiosità.

Ora, dopo mesi di chiusura, ci chiediamo: quando le catacombe potranno essere riaperte? E, soprattutto, quando rivedremo pellegrini, visitatori, turisti, di nuovo in fila per incontrare, attraverso la visita alle catacombe, le testimonianze, ancora vive, delle prime generazioni cristiane, che parlano, a noi impauriti dalla pandemia o resi indifferenti dai rumori quotidiani, di vita, di speranza, di resistenza al male?

di Pasquale Iacobone
Segretario della Pontificia Commissione di archeologia sacra