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Etiopia: l’Onu denuncia violazioni dei diritti umani

A woman, photographed through the shattered windshield of an abandoned Tigrayan military truck, ...
11 dicembre 2020

«Una spirale fuori controllo». Queste le parole usate da Michelle Bachelet, Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, rivolgendosi ai giornalisti nel corso di un briefing sulla crisi nel Tigray. Il conflitto tra le forze del governo centrale e i ribelli del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) «sta avendo un impatto spaventoso sui civili», le cui esatte proporzioni — in mancanza di notizie attendibili dagli scenari di guerra — restano tutt’ora sconosciute.

Negli ultimi giorni qualcosa si è mosso: le Nazioni Unite sono riuscite a stringere un accordo con Addis Abeba per effettuare missioni congiunte a scopo umanitario. Tuttavia, la situazione è ancora poco chiara: domenica scorsa le forze etiopi hanno bloccato e arrestato una squadra di operatori Onu e il governo si è affrettato a sottolineare, in una nota, che l’accesso delle organizzazioni umanitarie «non è illimitato», senza dare ulteriori dettagli in merito.

Non è chiaro, inoltre, se i combattimenti siano cessati o meno. Bachelet ha lanciato l’allarme sul fatto che «nella regione del Tigray i combattimenti continuano a dispetto delle dichiarazioni in senso contrario del governo». L’operazione, lanciata lo scorso 4 novembre dal premier Abiy Ahmed, non si sarebbe dunque conclusa con l’attacco contro Macallè, la capitale del Tigray.

I ribelli non si sarebbero arresi subito, come invece riportato dalle fonti ufficiali. Gruppi di militari del Tplf — secondo fonti giornalistiche — sarebbero ancora attivi nella regione al confine con l’Eritrea. Bachelet ha detto che il suo ufficio ha «informazioni confermate di gravi violazioni dei diritti umani e abusi», tra i quali attacchi contro i civili, saccheggi, rapimenti e violenza sessuale. «Ci sono rapporti di reclutamenti forzati di giovani tigrini per farli combattere contro le loro stesse comunità», ha aggiunto l’Alto commissario. Come accennato, l’interruzione delle comunicazioni nella regione rende difficile la verifica delle accuse.

«C’è bisogno urgente di un monitoraggio indipendente della situazione dei diritti umani nella regione» ha affermato Bachelet, che ha fatto appello al governo di Ahmed per assicurare l’accesso degli aiuti umanitari, «non possibile a dispetto dell’accordo tra governo e Onu».

di Luca M. Possati