La settimana di Papa Francesco

Il magistero

La messa nella cappella Sistina della basilica di Santa Maria Maggiore (8 dicembre)
10 dicembre 2020

Giovedì 3

La fragilità appartiene a tutti

In questa crisi pandemica siamo tutti sulla stessa barca in mezzo a un mare agitato che può farci paura; ma in questa barca alcuni fanno più fatica, e tra questi le persone con disabilità gravi.Il tema “è Ricostruire meglio: verso un mondo post Covid-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile”. È cresciuta la consapevolezza della dignità di ogni persona, e questo ha portato a scelte coraggiose per l’inclusione di quanti vivono una limitazione fisica o/e psichica. Eppure, permangono ancora troppe espressioni che  contraddicono questo orientamento. Atteggiamenti di rifiuto che sfociano nell’emarginazione, non considerando che la fragilità appartiene a tutti. Ci sono persone con disabilità anche gravi che, pur con fatica, hanno trovato una vita buona e ricca di significato, come ce ne sono tante altre “normodotate”, che tuttavia sono insoddisfatte, o disperate.Promuovere una cultura della vita, che affermi la dignità di ogni persona, in particolare in difesa degli uomini e delle donne con disabilità, di ogni età e condizione.La forza di una catena dipende dalla cura che viene data agli anelli più deboli.

Diritto ai sacramenti

Ribadisco con forza il diritto delle persone con disabilità di ricevere i Sacramenti come tutti gli altri.Esse, nella società come nella Chiesa, chiedono di diventare soggetti attivi della pastorale, e non solo destinatari.Sempre di più, nelle comunità parrocchiali, le persone con disabilità possano diventare catechisti, per trasmettere la fede  anche con la testimonianza.Incoraggio quanti, ogni giorno e spesso nel silenzio, si spendono in favore delle situazioni di fragilità. Edificare una “casa” solida, capace di accogliere anche le persone con disabilità, perché costruita sull’inclusione e la partecipazione attiva.

(Messaggio  per la Giornata internazionale  delle Persone con disabilità)

Ideologie e passioni nemiche dell’amicizia

Per il peccato, andiamo sempre verso l’inimicizia, la guerra. Dimentichiamo che la nostra vocazione è quella dell’armonia, della fraternità, è essere fratelli.
Guardiamo come va il mondo. Guerre dappertutto, stiamo vivendo la Terza guerra mondiale a pezzi. E questo non è amicizia sociale.
Guardiamo molti Paesi dove non si sa dialogare, si grida. Prima che l’altra persona finisca di dire il suo pensiero, già le stiamo rispondendo, senza aver ascoltato.
Non ci può essere amicizia sociale senza ascoltare. E per ascoltare  ci deve essere nel cuore la convinzione che l’altro ha qualcosa di buono da dirmi.

Ci sono due nemici grandi: il primo sono le ideologie che tendono a comandare e riescono a disarmare la concretezza della natura umana... che vogliono impadronirsi dell’esperienza vissuta di un popolo.
Il secondo sono le passioni... che sono come un rullo compressore, vanno avanti e distruggono invece di dialogare.
È vero che ci sono nuclei di amicizia sociale buoni nel mondo, ma è anche vero che c’è tanta inimicizia.
Guardiamo certe periferie... i bambini senza scuola, la gente che ha fame, che non ha assistenza sanitaria, non ha acqua corrente, non ha accesso al minimo per vivere dignitosamente.
Ci fa bene interrogarci su ciò che ci circonda, i luoghi vicini a dove viviamo, a dove lavoriamo.
Se c’è amicizia sociale non devono esserci né guerre né necessità di alcun tipo, e neppure educazione che non funzioni.

(Videomessaggio in occasione della Giornata della pastorale sociale in Argentina)


Venerdì 4

Lettere credenziali di dieci ambasciatori

Anche prima della pandemia di Covid-19, era chiaro che il 2020 sarebbe stato un anno caratterizzato da urgenti necessità umanitarie, dovute a conflitti, violenza e terrorismo in diverse parti del mondo. Le crisi economiche stanno causando fame e migrazioni di massa, mentre il cambiamento climatico aumenta il rischio di disastri naturali, carestie e siccità. Ora la pandemia sta aggravando le disuguaglianze già presenti.Il mondo sempre più globalizzato richiede urgentemente un dialogo e una collaborazione sinceri e rispettosi, capaci di unirci nell’affrontare le gravi minacce che incombono sul pianeta e ipotecano il futuro delle giovani generazioni.

Aspirazione alla fraternità

La presenza della Santa Sede nella comunità internazionale si pone al servizio del bene comune globale, richiamando l’attenzione sugli aspetti antropologici, etici e religiosi delle varie questioni che riguardano la vita delle persone, dei popoli e di intere nazioni.
Auspico che la vostra attività diplomatica come rappresentanti delle vostre nazioni presso la Santa Sede favorisca la «cultura dell’incontro»,  necessaria per superare le differenze e le divisioni che ostacolano la realizzazione degli ideali e degli obiettivi proposti dalla comunità internazionale.
Ognuno è invitato a operare quotidianamente per la costruzione di un mondo più giusto, fraterno e unito.

Domenica 6

Dopo-Angelus: importanza del presepe e dell’albero

Nella Piazza è stato innalzato l’albero di Natale e il presepe è in allestimento. In questi giorni, anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi. Sono segni di speranza, specialmente in questo tempo difficile.

Nessuna pandemia può spegnere il Natale

Facciamo in modo di non fermarci al segno, ma di andare al significato, cioè a Gesù, all’amore di Dio che Lui ci ha rivelato, andare alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo. Non c’è pandemia, non c’è crisi che possa spegnere questa luce. Lasciamola entrare nel nostro cuore, e tendiamo la mano a chi ha più bisogno.

Meditazione sul vangelo

Il Vangelo di questa domenica (Mc 1, 1-8) presenta la figura e l’opera di Giovanni il Battista.
Egli indicò ai suoi contemporanei un itinerario di fede simile a quello che l’Avvento propone a noi... un itinerario di conversione.

Il Battista e la conversione

Che cosa significa la parola “conversione”? Nella Bibbia vuol dire  cambiare direzione e orientamento; e quindi anche cambiare il modo di pensare. Nella vita morale e spirituale, convertirsi significa rivolgersi dal male al bene, dal peccato all’amore di Dio. Questo è quello che insegnava il Battista nel deserto. Ricevere il battesimo era segno esterno e visibile della conversione di coloro che ascoltavano la sua predicazione e si decidevano a fare penitenza. Quel battesimo avveniva con l’immersione nel Giordano, nell’acqua, ma  era un segno soltanto e risultava inutile se non c’era la disponibilità a pentirsi e cambiare.La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre. Bisogna rifiutare le cose che sono legate al peccato, cioè la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità,  del piacere, del benessere, delle ricchezze.

Distacco dal peccato

L’esempio di questo distacco viene ancora dalla figura di Giovanni il Battista: un uomo austero, che rinuncia al superfluo e ricerca l’essenziale.
Ecco il primo aspetto della conversione: distacco dal peccato e dalla mondanità. Incominciare un cammino di distacco.
L’altro aspetto è la fine del cammino, cioè la ricerca di Dio e del suo regno.
L’abbandono delle comodità e della mentalità mondana non è fine a sé stesso, non è un’ascesi solo per fare penitenza.
Il cristiano non fa “il fachiro”.
Non è fine a sé stesso, il distacco, ma è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande, cioè il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio.
Ma questo non è facile, perché sono tanti i legami che tengono vicini al peccato.
La tentazione sempre tira giù, e così i legami che ci tengono vicini al peccato: l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi.
A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione, come l’immagine del pastore premuroso e sollecito, che risuona nella lettura di Isaia.
Allora si è tentati di dire che è impossibile convertirsi.
Quante volte abbiamo sentito questo scoraggiamento! “No, non ce la faccio. Io incomincio un po’ e poi torno indietro”. E questo è brutto.

Sabbie mobili e mediocrità

Ma è possibile. Quando ti viene questo pensiero di scoraggiarti, non rimanere lì, perché questo è  la sabbia mobile di un’esistenza mediocre.
Che cosa si può fare in questi casi? Prima di tutto ricordarci che la conversione è una grazia: nessuno può convertirsi con le proprie forze.
È una grazia che dà il Signore, e pertanto da chiedere con forza a Lui che ci converta.
Dio non è un padre brutto, un padre cattivo. È tenero, ci ama tanto, come il buon Pastore.
La conversione è  una grazia di Dio.
Incomincia a camminare, perché è Lui che ti muove, e vedrai come arriverà.
Prega, cammina e sempre si farà un passo in avanti.

(Angelus in piazza San Pietro)

Martedì 8

Immacolata concezione

L’odierna festa liturgica celebra una delle meraviglie della storia della salvezza: Maria è stata salvata da Cristo, ma in un modo straordinario, perché Dio ha voluto che fin dall’istante del concepimento la madre del suo Figlio non fosse toccata dalla miseria del peccato.
Per tutto il corso della sua vita terrena, è stata libera da qualunque macchia e ha goduto di una singolare azione dello Spirito Santo, per potersi mantenere sempre nella sua relazione perfetta con suo figlio Gesù.
Era  la Madre e la discepola. Ma il peccato non c’era in Lei.
Ogni essere umano è creato da Dio per quella pienezza di santità, per quella bellezza di cui la Madonna è stata rivestita fin dal principio.
Quello che per Maria è stato all’inizio, per noi sarà alla fine, dopo essere passati attraverso il “bagno” purificatore della grazia di Dio.
Tutti i santi e le sante hanno percorso questa strada. Anche i più innocenti... hanno lottato con tutte le forze contro le conseguenze del peccato di origine.
Sono passati attraverso la «porta stretta»... E  il primo di cui abbiamo certezza che sia entrato in paradiso, [è stato]  un “poco di buono”: uno dei due che furono crocifissi con Gesù.
Attenzione però. Non vale fare i furbi: rimandare continuamente un serio esame della propria vita, approfittando della pazienza del Signore.
Noi possiamo ingannare gli uomini, ma Dio no.
Approfittiamo del momento presente!
Smetterla di ripiegarsi su sé stessi trascinandosi nell’ipocrisia... riconoscere che non abbiamo amato Dio e non abbiamo amato il prossimo, e confessarlo.
Questo è iniziare un cammino di conversione chiedendo perdono a Dio nel Sacramento della Riconciliazione, e poi riparare il male fatto agli altri.

Giornata dell’adesione all’Azione cattolica

Oggi, i soci dell’Azione Cattolica Italiana rinnovano l’adesione... Prego  perché siate artigiani di fraternità.Saluto i rappresentanti del Comune di Rocca di Papa, che accenderanno la Stella di Natale sulla “Fortezza” della città. La luce di Cristo illumini la vostra comunità.Oggi pomeriggio non avrà luogo il tradizionale omaggio all’Immacolata in Piazza di Spagna, per evitare il rischio di assembramento, come disposto dalle autorità civili, alle quali dobbiamo obbedire.

Fiori per Maria

Questo non ci impedisce di offrire alla nostra Madre i fiori che lei più gradisce: la preghiera, la penitenza, il cuore aperto alla Grazia.

Omaggio in privato a piazza di Spagna

Questa mattina, presto, mi sono comunque recato in forma privata in Piazza di Spagna, e in seguito a Santa Maria Maggiore, dove ho celebrato la Messa.

(Angelus dell’Immacolata)


Mercoledì  9

Preghiera di domanda

La preghiera cristiana  comprende la lode e la supplica. Quando Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a pregare, lo ha fatto con il “Padre nostro”, affinché ci poniamo con Dio nella relazione di confidenza filiale e gli rivolgiamo tutte le nostre domande.Chiedere, supplicare... è molto umano. Se uno si sente male perché ha fatto delle cose brutte — è un peccatore — quando prega il Padre Nostro già si sta avvicinando al Signore. A volte possiamo credere di non aver bisogno di nulla, di bastare a noi stessi e di vivere nell’autosufficienza. Prima o poi questa illusione svanisce. Tutti sperimentiamo, in un momento o nell’altro della nostra esistenza, il tempo della malinconia o della solitudine. La Bibbia non si vergogna di mostrare la condizione umana segnata dalla malattia, dalle ingiustizie, dal tradimento degli amici, o dalla minaccia dei nemici. A volte sembra che tutto crolli, che la vita vissuta sia stata vana. In queste situazioni apparentemente senza sbocchi c’è un’unica via di uscita: il grido: «Signore, aiutami!».

Squarci nelle tenebre più fitte

La preghiera apre squarci di luce nelle tenebre più fitte. Noi esseri umani condividiamo questa invocazione di aiuto con tutto il creato. Non siamo i soli a “pregare” in questo sterminato universo: ogni frammento del creato porta inscritto il desiderio di Dio.Non dobbiamo scandalizzarci se sentiamo il bisogno di pregare, non avere vergogna. E soprattutto quando siamo nella necessità, chiedere. Tanti abbiamo questo sentimento: abbiamo vergogna di chiedere aiuto. Non bisogna avere vergogna di  dire: “Signore, ho bisogno di questo”, “sono in questa difficoltà”, “Aiutami!”. Dobbiamo imparare a farlo anche nei tempi felici; ringraziare Dio per ogni cosa che ci è data, e non ritenere nulla come scontato o dovuto.
Tuttavia la preghiera di domanda va di pari passo con l’accettazione del nostro limite e della nostra creaturalità. Sappiamo che Dio risponderà. Non c’è orante che alzi il suo lamento e resti inascoltato. Dio risponde sempre: oggi, domani, ma sempre risponde, in un modo o nell’altro. La Bibbia lo ripete infinite volte: Dio ascolta il grido di chi lo invoca.

Un grido che non resta inascoltato

Anche le nostre domande balbettate, quelle rimaste nel fondo del cuore, che abbiamo anche vergogna di esprimere, il Padre le ascolta. È questione di pazienza, sempre, di reggere l’attesa. Adesso siamo in tempo di Avvento, un tempo tipicamente di attesa per il Natale. Ma anche tutta la nostra vita è in attesa. E la preghiera è in attesa sempre, perché sappiamo che il Signore risponderà. Perfino la morte trema, quando un cristiano prega, perché sa che ogni orante ha un alleato più forte di lei: il  Risorto. La morte è già stata sconfitta in Cristo, e verrà il giorno in cui tutto sarà definitivo, e lei non si farà più beffe della nostra vita e della nostra felicità.Il Signore ci visita ogni giorno nell’intimità del nostro cuore se siamo in attesa. Tante volte non ci accorgiamo che il Signore è vicino, che bussa alla nostra porta e lo lasciamo passare. Ma se tu hai le orecchie piene di altri rumori, non sentirai la chiamata.

(Udienza generale  nella Biblioteca privata  del Palazzo apostolico vaticano )