Donne e uomini nella Chiesa/9

Opera trasformatrice

Domenico Fiasella, «Discesa dello Spirito Santo» (1618)
07 dicembre 2020

Riflessioni sul rapporto tra i fedeli e lo Spirito Santo


Delle tre persone della Trinità lo Spirito Santo è, probabilmente, quella meno conosciuta e meno ricordata nella preghiera individuale e nelle celebrazioni comunitarie. Eppure, la sua presenza è essenziale nel cammino di fede personale e nella vita della comunità ecclesiale e su questo è necessario portare l’attenzione per sviluppare una breve riflessione che interpelli le credenti ed i credenti di oggi.

Lo spunto per questa riflessione è offerto da un piccolo libro recentemente pubblicato (Juan María Uriarte, Lo Spirito Santo. Vita per la Chiesa e per il mondo, Editrice Queriniana, Brescia, 2020) e, a partire da questa lettura, si cercherà di svolgere alcune considerazioni che vorrebbero essere significative sia per le donne che per gli uomini. Innanzitutto, si deve osservare che sarebbe del tutto impossibile determinare quale sia il “luogo” dell’azione dello Spirito Santo perché una delle sue caratteristiche essenziali è proprio quella di pervadere ogni realtà e di effondersi ovunque vi siano cuori sinceri e disponibili.

Si può, però, evidenziare che Egli agisce sia all’esterno che all’interno di ciascuno e che la sua opera, profondamente trasformatrice, vivifica, anima e sorregge ogni percorso esistenziale e ogni impegno delle donne e degli uomini nella Chiesa.

Il testo prima menzionato sintetizza il contenuto della missione dello Spirito Santo, nella comunità e nel singolo, con tre verbi densi di significato: universalizzare, attualizzare ed interiorizzare. Il primo di tali verbi, cioè universalizzare, fa subito pensare ad un allargamento di confini e questo è immediatamente importante per la Chiesa sinodale che siamo chiamati a realizzare poiché innesca un dinamismo in cui tutti i credenti, donne e uomini, devono inserirsi con il proprio apporto positivo e fecondo. L’attualizzazione, poi, è un tema già ampiamente presente nel Nuovo Testamento ed indica quell’azione per cui lo Spirito Santo rende presente sempre e in ogni luogo le parole del Signore, che così non restano confinate in un lontano passato, ma risuonano costantemente e sollecitano i singoli e la comunità ecclesiale a intraprendere con creatività azioni conformi alla logica del vangelo. L’interiorizzazione, infine, induce a portare lo sguardo sulla singolarità di ciascun credente, nella quale lo Spirito Santo effonde i suoi doni in modo assolutamente unico e irripetibile, affinché ognuno possa recare il suo insostituibile contributo alla Chiesa e al mondo.

Balza qui in primo piano il discorso relativo alla partecipazione delle donne alla vita della comunità ecclesiale che, senza di esse, resterebbe priva di quelli che sono i carismi peculiarmente femminili e questa sottolineatura si incrocia con quella precedente della sinodalità che, se deve essere il movimento di un popolo in cammino, non può escludere o marginalizzare le credenti. Si deve, quindi, volgere l’attenzione a quell’azione mediante la quale lo Spirito Santo ci rende testimoni, capaci di comunicare i frutti della trasformazione interiore che Egli opera nei credenti e questo si connette immediatamente con un altro motivo fondamentale, cioè quello della gioia cristiana. Il mondo di oggi, infatti, conosce poca gioia e sovente la confonde con altri sentimenti più superficiali, mentre i cristiani e le cristiane, se vogliono testimoniare il loro incontro con Cristo, devono saper trasmettere il loro atteggiamento gioioso che non è facile ottimismo e non occulta la sofferenza, ma proietta su di essa una luce trasformante.

Si potrebbero menzionare molti ambiti del mondo odierno nei quali tale azione trasformatrice dello Spirito Santo è urgente e necessaria, ma qui se ne vogliono ricordare sinteticamente solo due che appaiono particolarmente significativi. Da un lato, la questione ecologica che interpella sia le società che la coscienza dei singoli, richiamando ciascuno alle proprie responsabilità non trasferibili o dilazionabili e, dall’altro, quella dei rapporti tra le donne e gli uomini, ancora ampiamente segnati da disuguaglianze, sopraffazione e violazione dei diritti: in entrambi i casi solo la trasformazione interiore, opera dello Spirito Santo, può produrre frutti positivi e durevoli.

di Giorgia Salatiello