La «Gritería» del Nicaragua

La processione della «Gritería» in onore della Vergine
07 dicembre 2020

Una festa dedicata alla Madonna, nota con il nome di “Gritería”, dove si fondono folclore e una spontanea religiosità popolare nel segno della tradizione, con un contributo creativo di artigiani e artisti locali, e che i fedeli nicaraguensi chiamano affettuosamente “La Purísima”, semplificando il titolo del dogma. Il 7 dicembre di ogni anno per questa commemorazione, che per le sue caratteristiche è unica al mondo e che ha meritato di essere candidata all’Unesco come patrimonio culturale, orale e intangibile dell’umanità, vengono eretti in tutto il Paese «migliaia di altari creativi, artistici, colorati, personali, familiari, comunitari e istituzionali, con al centro l’immagine della Vergine Maria, adornata con fiori, frutti e simboli religiosi, culturali, storici e nazionali», spiega l’ambasciatore del Nicaragua presso la Santa Sede, Francisco Javier Bautista Lara.

Nel corso della festa, al grido della folla: «Chi provoca tanta gioia?», e la risposta degli anfitrioni: «La Concezione di Maria!», segue l’accensione dei fuochi d’artificio che si accendono in ogni angolo del territorio nazionale, dove una moltitudine di partecipanti percorrono le strade in pellegrinaggio e ricevono, dopo aver elevato inni alla Vergine, il tradizionale “berretto": dolci, frutta, artigianato, articoli tipici e religiosi, che come promessa e gratitudine offrono in nome della “Purísima Concepción”. Una tradizione che, precisa l’ambasciatore, ha avuto la sua prima espressione nazionale a Managua, quando, dopo la fine della guerra civile, negli anni cinquanta del diciannovesimo secolo, il governo di Tomás Martínez si trasferì nella nuova capitale del Paese. La prima Gritería fu così celebrata da padre José Lezcano nella parrocchia di Santiago apostolo e nelle strade della città. A parere di alcuni storici, la tradizione iniziò nel 1857, tre anni dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio ix, nel quartiere di San Felipe a León, venendo poi diffusa dai frati francescani in altre città del Paese, mentre altri, però, ne fanno risalire la nascita un secolo prima riferendosi a una celebrazione tenutasi nella chiesa di San Francesco a Granada. L’immagine più utilizzata nella Gritería è quella dipinta nel 1678 dal pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo. Ai piedi, una mezzaluna sembra richiamare il legame con il Corano che la riconosce come Vergine ponendosi «come il ponte spirituale più forte tra cristiani e musulmani», sottolinea Bautista Lara.

La devozione mariana in Nicaragua affonda le sue origini, secondo lo storico Clemente Guido, in una cerimonia svoltasi il 2 ottobre 1528 nella città di San Jorge, sulle rive del lago Cocibolca per omaggiare un’effigie della Madonna, celebrata dal padre mercedario Francisco de Bobadilla, inviato da Pedro Arias Dávila, governatore di Panamá e Nicaragua. Qui, nella piazza Totoaca, il tempio indigeno che lì ergeva, dedicato al dio Quetzalcoatl, fu consacrato come cattolico. La crescita devozionale ebbe un’altra tappa importante nel 1562, quando nel porto chiamato allora “La posesión” (oggi El Realejo) vicino alla città di El Viejo, giunse, costretto poi a rimanervi per alcuni giorni a causa di una sopraggiunta tempesta, Pedro de Ahumada, esploratore spagnolo e fratello di santa Teresa d’Ávila. Prima di ripartire per il Perú, lasciò alla popolazione un’immagine della Vergine Maria, appartenuta secondo la tradizione alla religiosa, che i frati francescani portarono nell’antica comunità indigena subito affascinata dalla bellezza della raffigurazione mariana. I nativi la chiamavano “La niña blanca” (la ragazza bianca) e forse è da lì che deriva il nome “La Purísima”. Nel 1839, in seguito alla catastrofica eruzione del vulcano Cosigüina Remigio Salazar, riconosciuto servo di Dio nel 2016, istituì il pellegrinaggio della “Virgen del Hato” o “Virgen del Trono", venerata nel santuario nazionale dell’Immacolata Concezione di El Viejo che è stato elevato a basilica minore nel 1996 da san Giovanni Paolo ii nella sua seconda visita nel Paese. La Conferenza episcopale nicaraguense, nel 2001, ha quindi riconosciuto la “Purísma” come patrona nazionale.

di Rosario Capomasi