AVVENTO GREEN DREAM
Ambiente come eredità comune da preservare

Le (troppe) pesche
di Jasmine

varobj3235957obj2035841.jpg
05 dicembre 2020

«Il 4 ottobre scorso — racconta Jasmine Pagliarusco, ventiquattrenne originaria di Montecchio Maggiore (Vicenza) e direttrice di palinsesto della webradio dell’Istituto universitario salesiano di Venezia e Verona — ho avuto l’opportunità di organizzare un gruppo di giovani reporter con lo scopo di raccontare l'inaugurazione del Giardino Laudato si’ nel Delta del Po. In quell’occasione mi hanno particolarmente colpito le parole del cardinale Peter Turkson che, rivolgendosi a noi giovani, ha sottolineato come il nostro modo di trattare l’ambiente possa restituirci benessere oppure disarmonie che generano problemi complessi da risolvere, anche per le generazioni successive alla nostra». Una consapevolezza che ha portato da tempo la giovane ad adottare piccole pratiche trasformative per alimentare giorno dopo giorno una sensibilità diversa nei confronti del creato: dal cibarsi di frutta di stagione all’evitare il più possibile gli imballaggi di plastica. «Qualche anno fa — spiega Jasmine — mangiavo una quantità smisurata di pesche. Per educarmi ad un consumo più consapevole ho deciso di piantare un nocciolo di pesco nel giardino di casa. In questo modo ho imparato a rispettare i tempi della pianta, a riconoscere che tutto ha un suo ritmo e a comprendere quanto un capriccio alimentare, per quanto poco rilevante per me, possa avere invece un impatto ben preciso sulle filiere di approvvigionamento, sui trasporti e sulla sostenibilità ambientale».

Il progetto di laurea di Jasmine in Scienze e tecniche della comunicazione, discusso nel marzo 2020, ha previsto la composizione grafica di un particolare diario destinato a diventare compagno di viaggio per chi è affetto da disturbi del comportamento alimentare. Ne è nato un volume, che sarà in libreria a partire dalla primavera 2021 per i tipi di Effatà editrice, denominato Di(ario)struttivo, perché destinato progressivamente alla distruzione man mano che si progredisce nella normalizzazione delle abitudini alimentari. «Credo che rispettare e preservare l’ambiente non significhi soltanto applicare buone pratiche verso il territorio che ci ospita — ha sottolineato Jasmine — ma anche verso noi stessi. Nutrirsi è una di quelle carezze vitali necessarie alla persona per rispettare il proprio corpo e soprattutto il proprio sé, oltre che una necessità fisiologica. Il corpo, nella visione che ho maturato, si rivela un involucro esterno che rispecchia il mio stato psichico e l’ecosistema interiore. Per questo ho scelto prioritariamente di preservare il rapporto tra il mio corpo, la psiche e l’anima e poi di rivolgere lo sguardo all’ambiente».

di Luca Chiavegato