PER LA CURA DELLA CASA COMUNE

Aiutami a capire perché moriamo di fame

DADAAB, KENYA - JULY 20:  A refugee child stands on the outskirts of the Dagahaley refugee camp ...
05 dicembre 2020

All'indomani dello storico accordo sul clima di Parigi, l'allora segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon volle indire la ratifica dei paesi membri alla Giornata mondiale della Terra. Una decisione che generò entusiasmo fino a Roma, dove proprio i rappresentanti di questa Giornata Onu avevano organizzato con il loro vescovo ausiliare — l'attuale cardinale Matteo Zuppi — una marcia dal Colosseo a San Pietro, per chiedere ai governanti riuniti in Francia di affidarsi alla Laudato si'. Earth Day Italia e Movimento dei Focolari decisero allora di invitare le 130 associazioni che avevano marciato per l'Enciclica ad organizzare un grande evento durante il quale collegarsi con il Palazzo di Vetro a New York.

Ad inaugurare a sorpresa la prima edizione del Villaggio per la Terra fu Francesco in persona, il quale apprezzando la genuinità delle tante testimonianze ascoltate a Villa Borghese, mise da parte il suo discorso scritto e cominciò a parlare a braccio: «Voi trasformate deserti in foreste — disse con voce vibrante — non abbiate paura dei tanti deserti che si trovano nella vita delle persone, nelle città anonime, nelle periferie senza futuro. C’è vita esuberante e si può andare ad asciugare tante lacrime perché tutti possano sorridere».

Ad ascoltare questo potente messaggio c'era anche Angelo Testa, un volontario bergamasco che nonostante l'età si era messo a disposizione degli organizzatori per fare le pulizie. Colpito al cuore dalle parole del Papa, Angelo ha aiutato il Villaggio per la Terra anche nelle successive edizioni, divenendo testimone di quanto la Laudato si' abbia continuato a portare frutti sorprendenti in questo evento straordinario. Tra questi frutti anche la presenza di centinaia di giovani dell'Università Cattolica che con l'aiuto dell'Alta Scuola per l'Ambiente di Brescia hanno sensibilizzato ogni anno centinaia di migliaia di persone alla Custodia del Creato.

È proprio così che Angelo ha conosciuto il giovane Valence, uno studente del Burundi venuto a studiare agricoltura in Italia per capire come fare a nutrire la propria gente. «La maggior parte dei nostri bambini muoiono prima dei 3 anni e i nostri anziani raramente superano i 60. Aiutami a capire dove sbagliamo». Perché il giovane africano abbia rivolto questo drammatico appello ad un volontario di 86 anni resterà un mistero, ma da quel momento nel "deserto" del Burundi hanno cominciato a germogliare piante nuove. «Gli anziani raccontino i loro sogni e i giovani avranno visioni. Qualche settimana dopo l'evento di Villa Borghese il Santo Padre ci ha ricordato le meravigliose parole di Gioele ed io ho capito subito cosa dovevo fare». Angelo racconta così la sua commozione quando ha deciso di partire per l'Africa per studiare problemi e soluzioni di un'alimentazione priva di proteine, di un'agricoltura incapace di accedere all'acqua, di una comunità senza attrezzi per arare il terreno. È andato a vedere di persona la sofferenza di quel popolo, e quando è tornato ha saputo scaldare i cuori della sua Valle Seriana, in una Bergamo crocifissa dal covid ma non per questo meno generosa. La meravigliosa "follia" di Angelo e dei suoi conterranei illuminati dall'enciclica ha portato sulle rive del lago Cyohoha conoscenze e tecnologie capaci di trasformare per sempre la vita di quella comunità. «Oggi la gente che Valence voleva sfamare è in grado di produrre il necessario per nutrirsi adeguatamente e ha trovato anche il desiderio di vendere i prodotti in esubero nella speranza di poter investire sul miglioramento della propria terra».

Con sorprendente passione Angelo segue ogni giorno attraverso internet i suoi amici Africani, continuando a regalare loro "visioni" attraverso i suoi "sogni" per il futuro. Gettando il seme della Laudato si' tanti deserti sono diventati foresta: nel cuore di Angelo, che oggi pensa al futuro come un ragazzo africano; nel cuore di Bergamo, che non si è lasciata sconfiggere dal covid; nel cuore di Valence, che ha potuto finalmente sfamare la sua gente; nel cuore dell'Africa e di tutti noi che abbiamo assistito a questo autentico miracolo.

di Pierluigi Sassi
Presidente di Earth Day Italia