India
La protesta dei contadini affonda le sue radici in una crisi generale

Sfida al governo centrale

Contadini indiani in marcia verso New Delhi ( Reuters)
04 dicembre 2020

Decine di migliaia di contadini indiani si sono riversati nella capitale New Delhi per protestare contro una serie di norme che potrebbe metterne a rischio la sopravvivenza. La tensione sociale è elevata, e la crisi potrebbe avere serie conseguenze anche sul piano politico.

I contadini contestano l’approvazione, avvenuta nel mese di settembre, di un pacchetto legislativo che, nelle intenzioni del primo ministro Narendra Modi, dovrebbe dar loro maggiore autonomia nel fissare i prezzi dei prodotti e dovrebbe permettergli di venderli con maggiore facilità ai privati, come i supermercati. Tuttavia, i lavoratori della terra hanno perso fiducia: non si sentono tutelati dato che per decenni sono stati costretti a vendere le proprie colture ai cosiddetti Comitati dei Produttori Agricoli degli Stati di residenza, ricavandone il prezzo minimo fissato dal governo centrale. Ora i contadini ritengono che le nuove norme impongano una liberalizzazione dei prezzi che li lascerà in balìa delle grandi corporazioni agricole e delle multinazionali. In questo modo i piccoli produttori saranno letteralmente soffocati.

L’esecutivo conservatore guidato dal Bharatiya Janata Party (Bjp) è invece convinto del fatto che le riforme siano necessarie per garantire ai coltivatori maggiore autonomia e per contribuire a spezzare alcuni monopoli.

Negli ultimi giorni migliaia di contadini si sono accampati ai margini della città di Delhi ed hanno interrotto il traffico nella speranza che questo gesto porti al ritiro delle leggi. Il blocco ha reso più difficile l’afflusso dei beni provenienti dagli Stati del Punjab, Haryana, Himachal Pradesh e Jammu e Kashmir. Martedì il ministro dell’Agricoltura e del Welfare Narendra Singh Tomar ed il ministro del Commercio Piyush Goyal hanno incontrato più di 30 rappresentanti dei contadini ma, almeno per il momento, la situazione non si è sbloccata. Chanda Singh, uno dei rappresentanti dei contadini che ha preso parte all’incontro, ha affermato che (le sue parole sono riportate dal sito abc.net.eu) «il movimento continuerà ed alla fine otterrà qualcosa dal governo, che siano proiettili oppure una soluzione pacifica». C’è il rischio concreto che la situazione possa degenerare da un momento all’altro e che diventi ingovernabile.

Questa crisi rientra in un quadro socio-politico molto più complesso. L’India soffre a causa del dilagare della pandemia di covid-19 che ha portato l’economia del Paese per la prima volta in recessione negli ultimi venticinque anni. Il primo ministro Narendra Modi continua a godere di un alto tasso di approvazione: il 74 per cento dei cittadini indiani apprezza il suo operato, secondo i dati della Morning Consult. Ciò nonostante, la situazione potrebbe cambiare. Il partito del premier si è inimicato parte dei musulmani indiani revocando l’autonomia del Jammu e Kashmir, l’unico Stato indiano popolato in maggioranza da musulmani, e promuovendo una controversa legge sulla cittadinanza.

La crisi attuale potrebbe quindi rappresentare un grave problema per Modi. Non va dimenticato che il settore agricolo indiano è stato segnato negli ultimi decenni da alti livelli di indebitamento, carestie, siccità e prezzi bassi. Queste problematiche hanno portato ad una drastica riduzione del contributo dell’agricoltura al pil. Il settore costituisce il quindici per cento dell’economia nazionale ed impiega oltre la metà della popolazione indiana (che ha raggiunto il miliardo e trecento milioni di abitanti). I territori coltivati sono ben più della metà della superficie territoriale dell’India e nelle regioni più fertili, come la pianura indo-gangetica, superano i nove decimi delle terre.

L’India è il maggior produttore al mondo di iuta, latte e legumi ed è il secondo maggior produttore di arachidi canne da zucchero, cotone, grano e riso. Il Paese, sebbene autosufficiente dal punto di vista della produzione alimentare, ha gravi problemi nell’ambito della malnutrizione. Centonovanta milioni di indiani sono malnutriti mentre il 30 per cento degli abitanti della nazione vive in condizioni di povertà.

di Andrea Walton