Il presidente Mattarella allo speciale Rai «O ANCHE NO»

Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato

varobj3195515obj2035841.jpg
03 dicembre 2020

Tra le tante iniziative dedicate alla giornata — tra cui «La profezia della fraternità», organizzata dal Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei — questa sera su Raidue sarà trasmesso lo speciale «o anche no. Il Lavoro è di tutti» condotto da Paola Severini Melograni; tra gli ospiti, i segretari generali dei sindacati italiani, Carlo Verdone e la band Ladri di carrozzelle. Pubblichiamo pressoché integralmente l’intervento del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

È indubbio che la difficile condizione dovuta alla pandemia sta creando disagi e difficoltà a tutti anche per via delle necessarie ma dolorose restrizioni nella mobilità e nei contatti sociali e questa diventa un impedimento assai più grave per persone che si trovano già a convivere con difficoltà di movimento e di relazione. Se l’isolamento per esigenze sanitarie è di per sé una condizione pesante, può diventare un vero dramma se a provarlo sono persone con disabilità fisica o psichica. Penso a chi ha bisogno continuo di assistenza a chi vive negli istituti, a chi in qualche modo dipende per la sua esistenza quotidiana da farmacie, macchinari o dal sostegno di altre persone. Preoccupano le difficoltà e rischi per ottenere l’assistenza e le cure ordinari presso i presidi medici e ospedalieri, impegnati faticosamente a fronteggiare l’emergenza covid. Anche per eliminare queste conseguenze e per tornare alle condizioni normali è necessario sconfiggere al più presto il virus, rispettando le norme di comportamento contro il contagio. La disabilità personale o di un familiare in molti casi è associata alle condizioni precarie di occupazione, l’accesso al mondo del lavoro delle persone con disabilità rappresenta un nodo centrale particolarmente delicato così come le condizioni di minori con disabilità: la pandemia infatti ha portato alla difficoltà di seguire le lezioni scolastiche e una conseguente mancanza di relazioni con i docenti e i coetanei, producendo ulteriori condizioni di emarginazioni. La disabilità spesso è inevitabilmente legata alla terza e alla quarta età, questi anziani costituiscono nella pandemia una categoria particolarmente a rischio e patiscono molto la solitudine, la mancanza di dirette relazioni con familiari e conoscenti e la fatica nel gestire aspetti concreti della vita quotidiana. L’Italia in questi ultimi anni ha compiuto molti passi avanti per temperare gli effetti della disabilità e per promuovere l’autentico rispetto dei diritti di queste persone, impegnandosi ad abbattere barriere e ostacoli fisici e anche culturali che delimitano una legittima aspirazione. L’Unione europea nel mese scorso ha approvato una dichiarazione impegnativa per gli Stati membri per costruire insieme un’Europa inclusiva nei confronti delle persone con disabilità. È tuttavia necessario, particolarmente in questa emergenza sanitaria, un impegno ancora maggiore per mantenere e migliorare i livelli di cura, di sostegno e di attenzione anche attraverso l’ascolto e il coinvolgimento in questa preziosa attività delle associazioni e delle organizzazioni che esprimono la voce delle persone con disabilità. Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche nella capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica.