Teheran promette vendetta e punta il dito contro Israele

Sgomento per l’uccisione di uno dei principali scienziati del programma nucleare iraniano

Il presidente iraniano Hassan Rohani in un discorso dopo la morte dello scienziato (Afp)
28 novembre 2020

Ieri, alla periferia di Teheran, è rimasto ucciso, a seguito di un attacco, Mohsen Fakhrizadeh, uno dei principali scienziati del programma nucleare iraniano. «Ci sarà una vendetta terribile» dell’Iran contro «i gruppi terroristici e i responsabili» dell’uccisione. Lo ha annunciato il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Bagheri, definendo l’assassinio «un colpo amaro e pesante» e avvertendo che le forze di sicurezza «non avranno pace finché non avranno inseguito e punito i colpevoli». Dello stesso tono gli appelli lanciati in queste ore dal presidente iraniano Hassan Rohani e dalla Guida suprema Ali Khamenei.

Non è ancora chiaro cosa sia successo esattamente, né chi siano i responsabili dell’attacco. Fakhrizadeh — secondo una nota del ministero della Difesa iraniano — sarebbe stato ucciso mentre si trovava a bordo di un’auto «nel nord di Teheran». La sua auto sarebbe stata attaccata da un gruppo di persone che Teheran definisce «terroristi». Sembra che Fakhrizadeh sia rimasto gravemente ferito durante l’attacco e che sia poi morto in ospedale. Secondo fonti della stampa iraniana, lo scienziato sarebbe stato «assassinato da terroristi» durante «un attacco con almeno un’esplosione e fuoco di armi leggere da parte di diversi assalitori» nella città di Absard, mentre si dirigeva verso le montagne di Damavand, una zona verde di villeggiatura, a circa ottanta chilometri da Teheran. L’episodio ricorda l’assassinio di quattro scienziati iraniani tra il 2010 e il 2012, attribuiti dalle agenzie di intelligence occidentali a Israele, accusa che i funzionari israeliani non hanno mai negato.

Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto alla comunità internazionale, e soprattutto all’Unione europea, «di porre fine ai loro vergognosi doppi standard e di condannare questo atto di terrorismo di stato». Zarif ha parlato di «seri indizi» del coinvolgimento di Israele nell’uccisione dello scienziato. È stata annunciata anche una riunione straordinaria del Parlamento iraniano per discutere della questione.

Stando al «New York Times», Fakhrizadeh era considerato dai servizi occidentali “il padre” del programma nucleare iraniano. Era nato nel 1958 nella città di Qom. Docente universitario di fisica, era anche un alto ufficiale del corpo di élite dei Guardiani della Rivoluzione.

L’uccisione dello scienziato arriva in un momento di altissima tensione tra Teheran e Washington. Due giorni fa l’amministrazione Trump ha annunciato che intende introdurre altre sanzioni contro l’Iran nelle prossime settimane. Saranno misure «legate alle armi, alle armi di distruzione di massa e ai diritti umani» ha detto l’inviato speciale Usa per l’Iran, Elliott Abrams partecipando ad un evento virtuale del Beirut Institute. «Continueremo per un altro paio di mesi, sino alla fine», ha assicurato. Tuttavia Abrams ha detto di aspettarsi che sotto l’amministrazione Biden «venga trovato un accordo con l’Iran».