Il Papa sollecita all’impegno i protagonisti del Patto di Assisi e delle Gmg

L’uno-due di Francesco alla “comfort zone” dei giovani

La celebrazione p re s i e d u t a dal Papa per il passaggio della croce e dell’icona della Gmg dai giovani di Panamá a quelli di Lisbona
26 novembre 2020

È un uno-due micidiale quello che Papa Francesco ha assestato — nel week-end del 21 e 22 novembre — ai giovani che preferiscono “vivacchiare” anziché vivere.

Ha iniziato con un bel pugno allo stomaco della rassegnazione, soprattutto in tempo di pandemia, rivolgendosi sabato con un videomessaggio ai protagonisti del Patto di Assisi, collegati in diretta streaming da 115 Paesi per l’incontro internazionale «The Economy of Francesco».

E poi rilanciando, con un altro bel colpo alla comfort zone, chiamando in causa i giovani che vivono l’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù — il prossimo raduno sarà a Lisbona nel 2023 — con l’omelia della messa celebrata in San Pietro, domenica, nella solennità di Cristo Re. Presenti i giovani panamensi e portoghesi per lo scambio della croce e dell’icona mariana, i segni delle Gmg.

“Alla Pier Giorgio Frassati” — quello del “voglio vivere, non vivacchiare” — il Papa nel video ai giovani “economisti” ha indicato obiettivi alti. Non li ha blanditi con facili slogan: ha chiesto di provare a... cambiare il mondo, incidendo laddove si prendono le decisioni che contano, dicendo “no” a diseguaglianze, politiche disumane, economie prevaricatrici e finanza predatoria. «Urge — ha detto — una diversa narrazione economica, prendere atto responsabilmente del fatto che il sistema mondiale è insostenibile» e che i poveri sono «danneggiati e dimenticati».

«Voi non potete restare fuori da dove si genera il presente e il futuro. O siete coinvolti o la storia vi passerà sopra» ha suggerito Francesco ai giovani. Via gli «interessi di parte» e avanti con «la mistica del bene comune». Di più: «Occorre accettare strutturalmente che i poveri» partecipino e non siano solo assistiti. Con una certezza, ha concluso nel videomessaggio: «Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di autoprotezione egoistica». E «voglia il Cielo che alla fine non ci siano più gli altri ma noi».

Sulla stessa linea la meditazione che, domenica, Francesco ha condiviso con il “mondo Gmg”: «Non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo».

Ma «come si fa?». La risposta del Papa è diretta: con «le opere di misericordia» che «vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi». Anche perché «sulle opere di misericordia alla fine saremo giudicati». Dunque, «per realizzare grandi sogni» si parte dalle «grandi scelte», senza scorciatoie. “Alla Frassati” insomma. Un bell’uno-due, non c’è che dire.

di Giampaolo Mattei