L’impegno di un missionario francese in difesa dei minori a Manila

Un ponte per il futuro

A child takes a break from cleaning his house following the flood brought by Typhoon Vamco, in ...
20 novembre 2020

Li vedi accovacciati sotto i ponti o ai margini delle strade di Manila. Anche nei quartieri bene, come il centralissimo Makati, spuntano sotto i cartoni vicino ai cassonetti o in qualche vicolo buio. Con oltre 17 milioni di abitanti, Metro Manila, una delle megalopoli più ampie al mondo, vede aggirarsi per le sue strade, secondo dati delle ong, oltre settantamila bambini abbandonati a se stessi. Spesso vivono mendicando, scavando nelle discariche o prostituendosi. Sono vittime di abusi, di spacciatori di droga e facili prede della criminalità. Il missionario francese Matthieu Dauchez un bel giorno li ha visti, si è accorto di loro e il suo cuore ha sussultato. Per questo, già da seminarista, ha deciso di dedicarsi anima e corpo a un’unica missione: ridare un futuro a questi bambini. Da qui è nata la fondazione Anak-Tnk, che ricerca, accompagna e cura i piccoli nelle periferie della capitale filippina. Il nome della fondazione significa, in lingua tagalog, “un ponte per i bambini” e intende proprio essere una mano tesa verso di essi.

L’impegno del sacerdote, oggi quarantacinquenne, parte nel 1998: con un gruppo di volontari inizia ad aggirarsi per gli slum di Manila, scovando i minori, accogliendoli, offrendo loro alloggio, istruzione, alimentazione, salute. «Cerchiamo di restituire loro una vita dignitosa e il sorriso sui loro volti», racconta a «L’Osservatore Romano» padre Dauchez. La fondazione ha già sostenuto oltre cinquantamila bambini nei suoi ventidue anni di vita e oggi rafforza il suo impegno mentre la pandemia sconvolge la nazione. «Sosteniamo un percorso di istruzione di ogni bambino, dal momento in cui entra a far parte della nostra fondazione fino a quando diventa autonomo», racconta il sacerdote. A Manila oltre il 40 per cento della popolazione urbana vive in condizioni di estrema povertà e la pandemia di covid-19 ha aggravato la situazione. Frutto di questa condizione disagiata, un bambino su dieci è malnutrito, uno su tre soffre di ritardo della crescita, uno su dieci non riceve alcuna istruzione. «Cerchiamo di rispondere alle esigenze di ogni bambino, offrendo anche percorsi di formazione alle comunità locali», racconta il missionario. «Bisogna fornire quotidianamente ai bambini pasti equilibrati e sensibilizzare le comunità sulle questioni nutrizionali», prosegue padre Dauchez raccontando l’opera della fondazione di fronte a fenomeni come droga, violenza, prostituzione. «Il nostro team offre ai piccoli un supporto a tutto tondo, sulla base della nostra Carta per la prevenzione e la protezione dell’infanzia», racconta, grazie all’ausilio di gruppi di professionisti.

Ma strappare i piccoli alla strada non è facile ed è un percorso pieno di sfide. «All’inizio offriamo aiuto materiale, emotivo e psicologico. Diversi ragazzi rifiutano l’offerta e fuggono per paura o mancanza di fiducia. Sono stati rifiutati dalla loro stessa famiglia, sono profondamente feriti. Preferiscono restare per le strade, divenute il loro rifugio. Costruire un rapporto di fiducia è il primo passo», spiega. Così il sacerdote francese illustra la proposta e l’azione di Anak-Tnk: «I bambini vengono protetti e accuditi in un’atmosfera di famiglia: una volta che iniziano a fidarsi, gradualmente si riaccende la speranza nei loro cuori. Quando tale miracolo avviene, decidono di lasciare le strade alle spalle e interessarsi alle nostre attività. Nel percorso di accompagnamento, elaborano la guarigione, il reinserimento nella società, l’accettazione del passato, la speranza per un futuro migliore».

La sfida più grande — rileva padre Dauchez — «è portare questi bambini, rifiutati e maltrattati, al perdono, che è impossibile per gli uomini, ma è possibile grazie a Dio. La nostra missione è prepararli affinché il Signore guarisca le ferite del loro cuore. La ricompensa più grande è vedere i piccoli accolti nella fondazione che, divenuti essi stessi genitori, mostrano grande amore verso i propri figli. Anak-Tnk aiuta i bambini a scoprire la loro dignità di figli di Dio e ad apprendere nuove prospettive sulla vita», conclude.

Uno degli ospiti accolti e accompagnati dalla fondazione, Darwin Ramos, è oggi sulla via della santità: la Congregazione delle cause dei santi ha infatti autorizzato la diocesi di Cubao (una di quelle che compone l’area metropolitana di Manila) ad aprire la causa di beatificazione del piccolo, cresciuto raccogliendo rifiuti in una baraccopoli della capitale e morto nel 2012 per una grave forma di miopatia. E anche Papa Francesco, durante la sua visita del 2015 nelle Filippine, ha incontrato trecento ragazzi accolti nelle strutture della fondazione in un abbraccio davvero commovente.

di Paolo Affatato