I primi commenti ecumenici al documento

Un invito all’unità

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17 novembre 2020

Impressionato e grato: in questo modo il pastore metodista Claudio Ribeiro ha commentato l’enciclica Fratelli tutti, in una lunga intervista, nella quale ha voluto sottolineare la dimensione ecumenica dell’enciclica. Per il pastore brasiliano la Fratelli tutti ha già suscitato un interesse che va ben oltre i confini della Chiesa cattolica, così come era avvenuto con la Laudato si’, quando il dibattito sulle prospettive aperte dall’enciclica per un ripensamento della società grazie al contributo dei cristiani coinvolse anche le comunità pentecostali, dando origine a una serie di iniziative che consentirono un ulteriore approfondimento del cammino ecumenico. Per Ribeiro con la Fratelli tutti Papa Francesco presenta «una visione ampia sopra il dialogo e la giustizia nel mondo, che comprende l’economia, la politica, le comunicazioni e le religioni, rafforzando la dinamica ecumenica, come si è venuta definendo nel corso del XX secolo, con il concorso di cristiani di tradizioni diverse». L’enciclica pone delle questioni importanti alla società contemporanea, non solo alla Chiesa, che deve confrontarsi con la pandemia del covid-19; per Ribeiro il Papa ha voluto rilanciare la centralità dell’accoglienza e del dialogo, riprendendo quanto fin dall’inizio del suo pontificato ha caratterizzato la sua azione per l’incontro con l’altro nell’amore che consente di cambiare il mondo. Per il Brasile con l’enciclica il cammino ecumenico deve trovare nuova forza per costruire nuove occasioni per sconfiggere le discriminazioni, economiche, religiose, sessuali, che colpiscono uomini e donne, privandoli dei loro diritti. Al di là delle letture politiche che se ne possono dare, per Ribeiro con Fratelli tutti appare evidente che Papa Francesco «è un leader spirituale di profonda sensibilità umana, attento ai segni dei tempi», profondamente impegnato nel cammino ecumenico proprio per contribuire a costruire una nuova società.

Il mese scorso a Roma, dove si trovava per prendere parte all’incontro internazionale delle religioni, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, il reverendo Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, ha parlato della Fratelli tutti, con un commento che si colloca, per il rilievo del testo per il cammino ecumenico, nella stessa direzione delle riflessioni del pastore Ribeiro; per Welby l’enciclica costituisce «una chiara, esaltante e ambiziosa visione del ruolo della fratellanza e solidarietà umana come base per un futuro migliore per tutto il mondo». Le parole di Papa Francesco sono un invito a tutti, non solo ai cristiani, per vivere i valori dell’accoglienza e della condivisione, aprendosi a nuove idee, «in modo da rifiutare la crescente tendenza degli individui e delle società a ritirarsi nei bunker dei legami familiari o dei luoghi considerati sicuri». Per Welby queste parole richiamano i cristiani a riflettere sulla natura dell’amore di Dio con il quale proseguire nella scoperta della comune vocazione all’unità; da questo punto di vista per l’arcivescovo anglicano è particolarmente rilevante il fatto che nell’enciclica il Papa abbia voluto citare testimoni dell’universo cristiano, da Francesco d’Assisi all’arcivescovo Desmond Tutu, così da rilanciare l’idea di un patrimonio comune sul quale radicare la missione.
Sul rilievo per il cammino ecumenico dell’enciclica si è soffermato anche il reverendo Ioan Sauca, attualmente segretario ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc). Per Sauca il testo papale rappresenta un passaggio significativo nella riflessione sul ruolo della Chiesa nella società, nella quale i cristiani si devono adoperare per far interagire il locale con il globale, alla luce della fraternità che «deve trascendere i confini della famiglia biologica per creare una espressione universale di philia». Per Sauca il rilievo ecumenico dell’enciclica — senza dimenticare la sua straordinaria valenza interreligiosa — si coglie anche nella profonda sintonia del testo del Pontefice con quanto il Wcc è venuto elaborando in questi ultimi anni per una testimonianza ecumenica sempre viva per una riforma della Chiesa e della società in nome dei valori cristiani della fratellanza e della condivisione; in questa prospettiva era stata pensata l’assemblea generale che, prevista per il settembre 2021, è stata posticipata al 2022 a causa della pandemia. Per questo, secondo Sauva, Fratelli tutti costituisce «una chiamata per la costruzione dell’unità visibile della Chiesa in modo da diventare un segno profetico e un assaggio della riconciliazione di questo mondo con Dio e dell’unità dell’umanità e di tutta la creazione».

di Riccardo Burigana