Ricordo di Renzo Gattegna

Con coraggio in mare aperto

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17 novembre 2020

La liberazione di Roma il 4 giugno 1944 nei ricordi di Renzo Gattegna bambino. Il brano è un’anticipazione tratta dal libro «Luce» curato da Francesca Romana de’ Angelis, in uscita per Studium

Si è spento Renzo Gattegna, protagonista dell’ebraismo italiano e della vita nazionale nella costruzione del bene comune. Lo ricordiamo con le pagine d’esordio di un libro di memorie che stava scrivendo e al quale collaboravo. Da quando non c’è più ritorno spesso con commozione alle ore trascorse a lavorare nel suo studio in un palazzo del quartiere Prati a Roma. Il tempo passato e il presente, i ricordi e i progetti, le carte del suo archivio sparse su un grande tavolo tra i libri, le penne, i fascicoli della sua professione di avvocato civilista e un beneaugurante ranocchio di cristallo ferma-fogli. Quelle parole scritte per conferenze, tavole rotonde, dibattiti, incontri con i giovani e pronunciate nelle sedi istituzionali, in luoghi altamente simbolici e nelle scuole erano la testimonianza di una vita dedicata a difendere valori quali la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, la giustizia sociale. Oggi che il suo libro di memorie dolorosamente si interrompe, questo racconto, che uscirà in un’opera collettiva dedicata alle belle parole che uniscono gli uomini e contro le parole violente che li dividono, viene pubblicato qui in anteprima.

«Il primo giorno di luce» così Renzo Gattegna definiva quel 4 giugno del 1944, la liberazione di Roma dalla barbarie nazifascista, una pagina luminosa di storia che aveva vissuto da bambino e che sentiva come un’esperienza fondativa. Da quel giorno di riscatto e di festa aveva derivato una visione positiva della vita e la fiducia nella capacità degli esseri umani di “rinascere” costruendo un futuro migliore. Un ottimismo che lo avrebbe accompagnato per sempre e che si esprimeva in una straordinaria capacità di legare sogni e concretezza, cioè volare alto ma allo stesso tempo costruire, giorno dopo giorno.

Lotta a ogni forma di pregiudizio, prevaricazione e violenza; accoglienza e difesa dei diritti fondamentali e della dignità di tutti; fiducia nel dialogo per comprendere e valorizzare le diversità sono alcuni dei temi ricorrenti della sua riflessione politica ispirata a un principio di reciproco rispetto, premessa indispensabile per far fiorire civiltà e cultura. Valori non solo astrattamente enunciati, ma vissuti con infinita dedizione. Determinato e inflessibile nella difesa di diritti umani irrinunciabili, Renzo Gattegna era un uomo accogliente, gentile, disposto all’ascolto. Possedeva la grazia di una penna tersa e incisiva capace di parlare alla ragione e alle emozioni e aveva mantenuto una straordinaria giovinezza di cuore, quei sentimenti forti che spesso l’età adulta attenua se non addirittura spegne.

«La salvezza per tutti può venire solo… camminando fianco a fianco» sono le parole che aveva pronunciato in occasione della visita di Papa Francesco al Tempio Maggiore a Roma. Oggi che non è più tra noi, resta con noi lasciandoci in dono un’eredità preziosa: la determinazione a difendere le proprie idee e la forza di portarle avanti. La sua voce continuerà a parlare, come continuano a suonare quei violini fortunosamente ritrovati che raccontano le storie di chi visse l’orrore della Shoah. Violini gettati dai treni di chi era diretto verso i lager, violini di chi si salvò scegliendo l’esilio, violini sopravvissuti a chi trovò la morte nei campi di concentramento. Strumenti erranti che oggi hanno ripreso a suonare grazie a Amnon Weinstein, un liutaio di Tel Aviv che ormai da anni amorevolmente li raccoglie e li restaura perché tornino ad avere voce, e questa volta di speranza.

«Con coraggio in mare aperto» ripeteva spesso Renzo Gattegna, un’espressione che gli era cara, che aveva usato nel discorso di commiato dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, pubblicato sulle colonne di questo giornale, e che aveva pensato anche come uno dei possibili titoli del libro che stava scrivendo. Che un buon vento lo accompagni. Grazie Renzo Gattegna per aver portato nel mondo parole di libertà, di giustizia, di pace.

di Francesca Romana de’ Angelis