La situazione resta allarmante anche in Europa

Usa: la seconda ondata spaventa

A healthcare worker prepares to administer tests for the coronavirus disease (COVID-19), as the ...
12 novembre 2020

Dal 4 novembre la media giornaliera dei contagi negli Usa è di gran lunga superiore alle centomila unità, con molti Stati che ogni giorno stabiliscono nuovi record di positivi. Nei primi dieci giorni del mese nel Paese si sono registrati oltre un milione di casi; inoltre il loro tasso di crescita mensile è superiore al 30% e questo lascia presagire cifre drammatiche per l’inverno. In salita anche il numero dei decessi per il virus, con una media di oltre 930 al giorno. Si teme, dunque, per gli Stati Uniti uno scenario simile, se non peggiore, a quello europeo.

In diverse regioni degli Stati Uniti gli ospedali sono nuovamente sotto pressione, costringendo le autorità locali a prendere nuove misure restrittive per tentare di arginare la seconda ondata della pandemia di covid. Secondo il Covid Tracking Project più di 65.000 persone positive al covid-19 sono attualmente ricoverate in strutture ospedaliere sul suolo americano. La situazione è particolarmente preoccupante nella contea di El Paso, in Texas, Stato che ha superato complessivamente il milione di infezioni. Attualmente a El Paso, al confine con il Messico, ci sono più di 1.000 persone ricoverate in ospedale, rispetto a quasi 6.800 in tutto il Texas. Gli ospedali sono occupati per il 40% da pazienti “covid”. Nello Stato di New York, il più segnato dalla pandemia, il governatore Andrew Cuomo, in risposta all’aumento delle infezioni, ha imposto nuove restrizioni per contrastare la diffusione del coronavirus. A partire da domani, qualunque esercizio con la licenza di vendere alcolici, compresi bar e ristoranti, dovrà chiudere i propri spazi interni entro le 22. Stesso orario di chiusura anche per le palestre, mentre le riunioni private nelle case dovranno essere limitate a un numero massimo di dieci persone. «Il covid sta peggiorando ogni giorno. In tutto il Paese. Noi stiamo agendo, ma chiediamo ai newyorkesi di fare la loro parte. Indossare la mascherina. Fare i test. Rispettare le linee guida sanitarie. Prendete la questione con serietà» ha scritto Cuomo su twitter. «Questa è la nostra ultima chance per fermare una seconda ondata. Possiamo farlo, ma dobbiamo agire ora», ha twittato il sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio.

Intanto in Europa la situazione è «molto, molto preoccupante» e «tutti i nostri indicatori stanno andando nella direzione sbagliata». Ad affermarlo è stato ieri il direttore del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, che si è poi pronunciato sulle tempistiche delle prime vaccinazioni in Europa. Evocando uno «scenario ottimistico» Ammon ha confidato che queste potrebbero avvenire nel i trimestre del 2021.

Sul fronte vaccini nel frattempo si è pronunciato il direttore generale della federazione internazionale dei gruppi farmaceutici, Thomas Cueni, annunciando la pubblicazione — entro la fine dell’anno o nei primi due mesi del 2021 — dei dati sullo sviluppo e l’efficacia di altri 4 vaccini, oltre a quello sviluppato da Pfizer, i cui dati preliminari, pubblicati nei giorni scorsi, sono stati definiti da Cueni «la migliore notizia scientifica del 2020».