Nella giornata del ringraziamento il Papa esorta a salvaguardare questo bene comune

L’acqua, una benedizione per la terra

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12 novembre 2020

All’Angelus di domenica 8 novembre, giornata del ringraziamento, dedicata al tema «L’acqua, benedizione della terra», Papa Francesco ha voluto richiamare la nostra attenzione — così come fa ogni anno il 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua promossa dall’Onu — su questa preziosa risorsa, che ha definito «vitale per l’agricoltura e vitale per la vita», aggiungendo che assicurava la sua preghiera e la sua vicinanza «al mondo rurale, specialmente ai piccoli coltivatori».

Merita certamente una riflessione questo binomio “acqua-agricoltura”, per evidenziare le nostre responsabilità nell’uso e nella gestione di un bene tanto prezioso come la risorsa acqua. Né è un caso che il mondo rurale sia stato considerato in maniera “speciale” attraverso l’opera dei piccoli coltivatori: secondo le stime della Fao, circa 2 miliardi di persone vivono grazie al cibo prodotto da 500 milioni di piccole aziende ed è proprio all’agricoltura familiare che è opportuno oggi guardare per la sua maggiore fragilità rispetto ai cambiamenti climatici e per la sua capacità, essendo tanto capillarmente diffusa, di assicurare prodotti alimentari più vicini ai bisogni di chi ha fame.

Terra e acqua sono oggi, purtroppo, le risorse più soggette all’accaparramento dei poteri finanziari; due fenomeni, noti come land grabbing e water grabbing, hanno drammaticamente riproposto un antico scandalo, non a caso alcuni studiosi parlano di “neocolonialismo”, per cui in molti Paesi in via di sviluppo, vengono espropriate terre e risorse ambientali vitali, costringendo le famiglie contadine alla fame e a lasciare i villaggi rurali.

Sappiamo tutti che non c’è cibo senza acqua e che dalla disponibilità della risorsa idrica dipende la sopravvivenza stessa della comunità umana; ciò di cui siamo forse meno consapevoli è che il nostro pianeta ha risorse più che adeguate a soddisfare i bisogni dell’intera popolazione del mondo. Il vero problema non è dunque la capacità di popolamento della terra, ma la diseguale distribuzione delle terre e dell’acqua tra i suoi abitanti. L’idrosfera copre i 3/4 della superficie terrestre; nelle falde freatiche profonde l’acqua è presente persino nelle aree più aride del pianeta e, ciò che più ci conforta, si tratta di una risorsa rinnovabile (volume medio annuo delle precipitazioni 110.000 kmc), con immense riserve costituite dai ghiacciai, purtroppo compromessi dal Global Change. A fronte di tanta abbondanza, assistiamo però a una drammatica difficoltà di accesso a questa risorsa indispensabile alla vita: circa 1,4 miliardi di abitanti non dispongono di acqua potabile sufficiente; ben 22 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall’acqua inquinata; il consumo medio varia dai 350 l/g di una famiglia americana ai 20 l/g di una famiglia africana (appena 5 l/g nelle aree rurali).

Carenze e sprechi della risorsa acqua si alternano tragicamente, dando vita a un dramma analogo a quello che causa la mortalità per fame: negli ultimi 50 anni, pur essendo raddoppiato il numero degli abitanti del pianeta, la disponibilità media di calorie risulta paradossalmente aumentata da 2.300 a 3.000 pro capite/pro die. La produzione agroalimentare è dunque cresciuta, in valori assoluti, tanto da essere più che sufficiente a sfamare l’intera popolazione del mondo; ciononostante le stime dell’Onu denunciano circa 24.000 morti al giorno dovute a carenze alimentari (fame e malnutrizione).

Fame e sete non vanno interpretate, dunque, come la mancanza di risorse nel pianeta; esse chiamano invece direttamente in causa le nostre responsabilità, prima tra tutte quella di ricostruire un più sano rapporto uomo-ambiente, come suggerisce l’enciclica Laudato si’. L’acqua è fondamentale per la vita dell’uomo, per la costruzione del territorio in cui vive e dal quale trae alimento e per la stessa sua possibilità di stabilire relazioni sociali, all’interno di ciascuna e tra le diverse comunità umane. Nell’ottica di quell’ecologia integrale, verso cui siamo invitati a convertirci, possiamo allora prendere a prestito, coniugandoli, due diversi modi di considerare questo bene vitale. Il primo ci è suggerito dal Cantico di Frate Sole che esprime tutto il nostro stupore di fronte alla meraviglia del creato: «Sora Acqua... è multo utile et humile et pretiosa et casta»; il secondo insiste sul nostro coinvolgimento diretto nel cooperare alla cura della “casa comune”: «Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio» (Sal 45, 2-9). L’acqua deve restare sempre “utile, preziosa e pura” anche, e soprattutto, quando l’uomo se ne serve, incanalandola, per rallegrare la comunità dei fratelli.

Nel territorio di Rieti dove vivo è presente uno straordinario patrimonio idrico, ricco per quantità e qualità di acque sorgive (dalle oligominerali alle solfuree). Il territorio che, a giusto titolo, è stato definito “Cuore blu della nostra Penisola”, associa ai caratteri idrografici del tutto originali — la sola valle del Velino conta più di 70 sorgenti e 18 laghi, con una disponibilità di acque potabili di ben 49.620 l/s — alcune preziose eredità storiche, culturali e religiose, strettamente legate all’abbondanza della risorsa idrica (ville imperiali e complessi termali; chiese e abbazie medioevali; oasi francescane). Solo nella piccola Piana di San Vittorino, vengono captati dalle sorgenti del Peschiera ben 13.700 l/s di acque potabili, immessi in un sistema acquedottistico unico al mondo (123 km, 80 dei quali sotterranei) perché prima di arrivare nella capitale per dissetare i 4/5 della popolazione di Roma, vengono utilizzati per produrre energia elettrica nella centrale di Salisano (30 milioni di KWh annui). La Chiesa reatina, ritenendo che l’unicità di questo patrimonio ambientale e culturale può realizzare nuove forme di sviluppo territoriale sostenibili, ha da tempo avviato e discusso con i vertici di Acea (ente gestore dell’acquedotto Peschiera-Capore) il progetto Centro Cuore Blu per la creazione di un Polo scientifico di eccellenza, associato a una esposizione permanente dedicata al “Pianeta acqua”.

Anche questa realizzazione è un modo concreto per chiarire quanto l’acqua sia “una benedizione della terra”.

di Domenico Pompili
Vescovo di Rieti