Intervista con l’ingegnere Roberto Mignucci, capo ufficio Laboratori e impianti del Governatorato

Vaticano verde

Il locale caldaie della centrale elettrica vaticana
10 novembre 2020

Lo Stato della Città del Vaticano ha compiuto una scelta ambientale che è irreversibile e che lo proietta tra le prime entità del mondo a raggiungere livelli record in materia di risparmio e di sostenibilità. Applicando i principi enunciati nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, ha promosso, tra l’altro, l’utilizzo di veicoli elettrici al posto di quelli a combustione e ha convertito i trasformatori in modo da renderli più produttivi e meno inquinanti. Ne parla l’ingegnere Roberto Mignucci, capo ufficio Laboratori e Impianti del Governatorato, in questa intervista a «L’Osservatore Romano».

In che modo la «Laudato si’» ispira le vostre scelte?

La vocazione del Governatorato al rispetto del creato è antica quanto lo Stato della Città del Vaticano. Già nel 1929, alla sua fondazione, esisteva un impianto di teleriscaldamentro ben ottimizzato che per l’epoca era qualcosa di straordinario. Pochi conoscono queste cose, perché non è mai stata fatta opera di divulgazione su questo tema, ma il rispetto per la Casa comune ha sempre contraddistinto l’agire delle autorità dello Stato. C’erano macchinari all’avanguardia, come la stazione radio di Guglielmo Marconi nei Giardini vaticani. La sensibilità verso l’ambiente ebbe nuovo slancio con l’enciclica del 1987 Sollicitudo rei socialis, nella quale tra i segnali positivi del presente, Giovanni Paolo ii annoverava «la maggior consapevolezza dei limiti delle risorse disponibili, la necessità di rispettarne l’integrità e i ritmi della natura e di tenerne conto nella programmazione dello sviluppo». Anche con l’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate del 2009, il tema dello sviluppo collegato anche ai doveri che nascono dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale è stato motivo di ispirazione per un maggior impegno ecologico. Quindi già prima dell’enciclica di Papa Francesco, il Governatorato si era attivato su questa tema.

Come vengono applicati ora i suoi principi nel settore di cui lei è responsabile?

Cerchiamo di rispettare al massimo l’ambiente utilizzando materiali compatibili, eliminando le sostanze tossiche, cercando di risparmiare energia il più possibile e, soprattutto, di non sprecarla. Ci sono poi iniziative collaterali come la dotazione di doppi vetri e di serramenti a basso consumo energetico, gli schermi solari che non permettono l’introduzione del carico termico all’interno dell’ambiente, risparmiando sull’energia frigorifera, la realizzazione della illuminazione al led che permette sensibili risparmi di energia elettrica, l’adozione di macchine frigorifere e termiche ad alta efficienza. L’attenzione è puntuale, rendendo concrete le indicazioni del Papa.

Cosa vi ha spinto a installare le colonnine per la ricarica delle auto elettriche e come funzionano?

Nell’ottica di ottimizzazione, il vettore automobile ha un peso rilevante nella moderna società, non tanto in Vaticano, data la sua ridotta estensione, quanto all’esterno. Lo smog, prodotto dal traffico cittadino, lo subiamo anche noi dello Stato della Città del Vaticano, e nonostante i nostri risultati si notino poco, intendiamo dare un segno che è di grande importanza per tutti. Le colonnine elettriche nascono dalla nostra particolare esigenza di trasformare la flotta di automezzi, attualmente con motore termico, in automezzi elettrici; per questa ragione, progressivamente, l’intera flotta non utilizzerà più l’energia termica. La Direzione delle infrastrutture e servizi con gli automezzi in dotazione ha una percorrenza media di circa 6.000 chilometri all’anno; pertanto per noi è conveniente usare l’energia elettrica. Inizieremo a breve collaborazioni con produttori automobilistici in grado di fornire in prova mezzi elettrici. Un’autovettura con motore termico non ha ragione di essere per quei chilometraggi, ma finora si è adottato quello che il mercato ha fornito, non avendo alternative valide. Le auto elettriche hanno il vantaggio di non avere emissioni di prodotti incombusti, di avere impatto acustico molto limitato e sono adatte ai pochi chilometri che percorriamo nel piccolo Stato. A oggi, l’autonomia di un’auto elettrica è ottimale per andare fino a Santa Maria di Galeria o a Castel Gandolfo. Il progetto prevede di installare colonnine nei vari siti come quelli già citati, Santa Maria Maggiore, San Giovanni, San Paolo fuori le Mura, e in tutte le sedi che ne facciano richiesta. Per ora l’accesso è riservato solo alle auto istituzionali, il privato non può usufruirne. Stiamo collaudando la rete e stiamo mettendo a punto il servizio in modo da estenderlo a tutte le aree indicate, così che l’energia elettrica potrà essere prelevata dalle colonnine installate. Attualmente il software per l’erogazione dell’energia è in via di sviluppo.

Nell’ottica del rispetto del creato, come state cercando di limitare le emissioni dei cosiddetti gas serra?

Con l’adesione dello Stato della Città del Vaticano al trattato di Kigali, la Direzione delle infrastrutture e servizi ha aggiornato la lista dei gas tecnici utilizzati nello Stato. Lo scopo dell’aggiornamento dello studio è quello di ridurre i cosiddetti “gas serra”. Alcuni di questi gas, fortemente lesivi dello strato di ozono, saranno posti fuori uso dal 2025; se ne prevede la sostituzione con altri meno dannosi che però creano ulteriori problemi. Occorre osservare che al momento l’industria non è completamente preparata a questa emergenza e propone dei prodotti che solo momentaneamente possono ridurre l’effetto serra, ma non costituiscono la soluzione ottimale. Al momento i gas alternativi ecologici sono infiammabili, è questo rappresenta un forte limite di utilizzo. Non tutte le soluzioni, quindi, sono praticabili. Ci sono alcuni gas che non si infiammano, ma sono asfissianti. Per esempio l’ammoniaca e l’anidride carbonica (Co2) si usavano ai primi del Novecento negli ambienti industriali di grossa taglia, poi sono stati abbandonati perché pericolosi a favore dei gas florurati. L’ammoniaca è fortemente irritante e tossica, il Co2 in ambienti confinati è asfissiante. Nell’Aula Paolo VI i nuovi gruppi frigoriferi funzionano con l’R134A. In futuro si potrà operare il cambio di gas a favore di uno più ecologico e quindi operare un miglioramento.

I trasformatori elettrici che producono un elevato calore sono fonte di inquinamento e di dispersione di energia. Come pensate di risolvere il problema?

Tutta la rete elettrica di distribuzione in media tensione dello Stato della Città del Vaticano è dotata di trasformatori a basse perdite e alto rendimento di trasformazione, a stato solido (in resina), così da operare una ottimizzazione energetica della rete elettrica a 20 kv. Al momento questa tecnologia rappresenta il massimo presente sul mercato. I trasformatori servono a convertire l’energia dai 20 kv ai 400 v che usiamo normalmente negli impianti domestici. In questa fase si verificano due perdite: una al rame e una al ferro. Naturalmente, i trasformatori riscaldano: questo è un fenomeno fisico che non possiamo né prevenire né limitare. Abbiamo ridotto le perdite di trasformazione — e quindi anche in parte il calore emesso — molto significative con i vecchi trasformatori, mentre con i nuovi impianti si riesce a risparmiare circa il 20 per cento di energia. Gli attuali trasformatori che non hanno più olio, sono a secco, e quindi non causano più inquinamento chimico in caso di rottura. Hanno rese molto più elevate, con conseguente risparmio sulla trasformazione di energia. In ausilio la rete è dotata di gruppi elettrogeni e a regime saremmo in grado di autoprodurre energia, in caso di emergenza.

I pannelli solari sull’Aula Paolo VI e il solarcooling sul tetto della mensa di servizio possono essere applicati anche ad altre strutture presenti in Vaticano?

I pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’Aula Paolo VI sono stati istallati nel 2008. Purtroppo, in Vaticano manca lo spazio, è difficile integrare pannelli solari sopra edifici storici di pregio. L’energia prodotta nell’Aula viene interamente riversata sulla rete interna vaticana. La sala Nervi con questi pannelli si autosostiene nel corso delle manifestazioni che si tengono al suo interno. Il consumo di tutta la settimana, che è ridotto, si incrementa durante le udienze con il Papa.

di Nicola Gori