Si conclude la plenaria online dei vescovi francesi

Chiesa rifugio per tutti

varobj2823520obj2035841.jpg
07 novembre 2020

Un’intera giornata di scambi e discussioni on-line dedicata alla lotta contro la pedofilia, segnata dalla presentazione del terzo rapporto dedicato che fornisce una visione precisa della situazione degli ultimi due anni, con la rinnovata certezza che il processo di purificazione intrapreso dalla Chiesa deve mettere le vittime al primo posto, lavorando con loro e tenendo conto il più possibile delle loro parole. Riuniti in assemblea plenaria in videoconferenza fino a domani, i vescovi di Francia sono consapevoli che «rimane ancora molta strada da fare per far sì che la Chiesa sia un rifugio per tutti», ha commentato monsignor Luc Crepy, vescovo de Le Puy-en-Velay e presidente della Cellula permanente per la prevenzione e la lotta alla pedofilia (Cpplp), organo creato ad hoc dalla Conferenza episcopale francese (Cef) nel mese di giugno 2016. «Tuttavia — spiega il presule — il nuovo rapporto sottolinea la ferma determinazione dei vescovi ad andare oltre e ad attivare i mezzi necessari per affrontare questa sfida così urgente e necessaria». In questo senso, la Cpplp ha accolto i suoi nuovi membri, proseguendo il lavoro iniziato nel 2016 e sviluppando la sua riflessione sulla prevenzione.

Un passo successivo sarà il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase), creata al termine della plenaria del novembre 2018, «che aiuterà tutti a comprendere meglio cosa è successo nella Chiesa negli ultimi decenni e a continuare ad applicare le misure necessarie per combattere e prevenire il flagello della criminalità contro i bambini», specifica monsignor Crepy. I vescovi si sono impegnati in una riflessione attiva per definire «quello che potrebbe essere un processo globale di riconoscimento della sofferenza delle vittime, un approccio di tutta la Chiesa che riecheggia l’invito al popolo di Dio lanciato da Papa Francesco il 20 agosto 2018» nella sua «Lettera al Popolo di Dio».

Secondo il nuovo rapporto della Cef, che raccoglie dati provenienti dalle diverse diocesi di Francia, tra settembre 2018 e settembre 2020, 320 persone hanno riferito al proprio vescovo di essere state vittime di abusi, mentre erano 211 tra gennaio 2017 e ottobre 2018. L’aumento del numero di vittime identificate può essere spiegato da più elementi. La creazione dei centri di accoglienza e di ascolto nelle diocesi, insieme all’appello a testimoniare lanciato dalla Ciase hanno provocato una «liberazione della parola». Inoltre, le persone che hanno presentato la loro esperienza alla Ciase sono state anche invitate a contattare le autorità ecclesiali. Allo stesso modo, sistematicamente, chiunque entra in contatto con la Cef è invitato a rivolgersi alla Ciase.

Nello stesso lasso di tempo, sono state 110 le segnalazioni di abusi indirizzate dai vescovi alla giustizia civile, mentre tra gennaio 2017 e ottobre 2018 ammontavano a 75. Da notare che quindici diocesi hanno firmato una convenzione con i procuratori che mira a facilitare le relazioni tra l’istituzione ecclesiale e quella giudiziaria, attraverso la nomina di persone dedicate a questo dialogo, al fine di garantire la massima collaborazione.

Altro tema di discussione durante l’assemblea plenaria ha riguardato il Santuario di Lourdes, completamente ancorato alle sue radici dei Pirenei, ma meta di pellegrinaggio per tutte le diocesi di Francia e i visitatori del mondo intero. «Finora non esiste un vero statuto, siamo rimasti ai tempi di Bernadette Soubirous, per questo ho sottoposto ai vescovi l’idea di fare di Lourdes un santuario nazionale perché le diocesi francesi si sentano più coinvolte nel modo in cui il santuario vive», spiega a «L’Osservatore Romano» monsignor Antoine Hérouard, vescovo ausiliare di Lille e Delegato Apostolico «ad nutum Sanctae Sedis» a Lourdes. In futuro, afferma il presule, la sfida consisterà nel «trovare un equilibrio tra le tre dimensioni: locale, nazionale e internazionale». Locale perché il santuario è legato ad una terra, una storia, una persona, un’identità culturale. Nazionale, perché i diversi vescovi sarebbero associati agli orientamenti più importanti. Internazionale perché sono sempre tanti i pellegrini che vengono da tutto il mondo per pregare alla Grotta di Massabielle. Un punto fondamentale è il ruolo dei principali attori nella vita del santuario, tra il vescovo della diocesi, il rettore, i cappellani e gli altri, indica il Delegato Apostolico. E tra questi altri attori, secondo monsignor Nicolas Brouwet, vescovo di Tarbes et Lourdes, ci sono i vescovi di Francia, i cui pellegrinaggi a Lourdes sono sempre un momento culminante nella vita della loro diocesi.

L’assemblea plenaria si concluderà domani mattina con la celebrazione della messa, trasmessa in televisione, da parte del presidente della Cef e arcivescovo di Reims, monsignor Éric de Moulins-Beaufort, che pronuncerà anche il discorso finale.

di Charles de Pechpeyrou