Il ministro generale sulla settimana di orazione per i cristiani perseguitati indetta dall’Ordine della Santissima Trinità

Accanto a un’umanità sofferente

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06 novembre 2020

Si è conclusa pochi giorni fa l’intensa settimana di preghiera per i cristiani perseguitati, indetta da Solidarietà internazionale trinitaria (Sit), organizzazione dell’Ordine della Santissima Trinità. Il sussidio liturgico preparato per l’occasione è stato adottato dalle comunità trinitarie di ben venticinque nazioni, per chiedere al Signore di porre fine alle barbarie contro bambini, famiglie, religiosi martiri per la propria fede. Nella prefazione del testo, curata da padre Antonio Aurelio Fernández, si è sottolineato il ruolo fondamentale dell’eucaristia come «anticipazione sacramentale» del sacrificio finale di Gesù per gli uomini, il signum. E oggi, come ieri, sono molti i fedeli che offrono la propria vita per quel signum. La preghiera rimane uno degli strumenti più importanti per stare accanto a questa umanità sofferente.

«L’Osservatore Romano» ha posto al ministro generale dell’Ordine della Santissima Trinità e della redenzione degli schiavi, padre Luigi Buccarello, alcune domande per comprendere meglio l’impegno di questi religiosi che si trovano in prima linea nei paesi più interessati dalla persecuzione dei cristiani.

Padre Buccarello, il lavoro dei trinitari, dalla fondazione dell’Ordine nel 1198, continua ancora oggi a portare i propri frutti. Qual è il vostro impegno principale nel mondo contemporaneo?

Secondo lo spirito del nostro fondatore, san Giovanni de Matha, cerchiamo di essere vicini ai poveri, ai carcerati, agli immigrati, ai perseguitati per la fede, ai dimenticati. Con questa settimana di preghiera abbiamo voluto testimoniare, con ancora più forza, la nostra particolare vicinanza ai cristiani perseguitati nel mondo, una piaga sanguinante che ci preoccupa molto. Fin dalla nostra fondazione abbiamo sempre avuto a cuore gli “schiavi”, i perseguitati a causa della fede.

Come si è svolta questa settimana così importante per l’Ordine trinitario?

Abbiamo cominciato ponendo l’eucaristia al centro di tutto, ovviamente. È necessario partire sempre da Cristo. Abbiamo inaugurato la settimana con una celebrazione eucaristica a Roma nella basilica di San Crisogono, presieduta dal vescovo di Alep dei Caldei, Antoine Audo, il quale ha portato la sua testimonianza. Abbiamo vissuto questi momenti di preghiera in unione con la famiglia trinitaria, religiosi e laici, sparsa nel mondo, assieme a numerose diocesi. È stato un momento unico, intenso. Grazie al nostro sussidio liturgico, in tutto il mondo si è pregato per i fedeli perseguitati. La nostra sensibilità verso questo enorme problema è cresciuta sempre di più. È un fenomeno triste, costante nella storia della Chiesa. Ma in questi decenni è divenuto ancora più preoccupante.

Comunque non solo la preghiera accompagna i paesi dove la persecuzione cristiana è quotidiana. L’Ordine trinitario si sta impegnando con iniziative concrete in aiuto alle popolazioni. Può indicarcene qualcuna in particolare?

L’educazione dei giovani è una delle nostre più grandi preoccupazioni. Molti di essi stanno scappando dalle proprie terre d’origine e noi stiamo aiutando le loro famiglie. Sono i giovani il futuro del mondo: dobbiamo sempre ricordarci di questo. Così stiamo operando in diverse nazioni come la Siria, l’India, il Vietnam (per citarne alcune) con aiuti concreti: molti, infatti, sono i progetti che vedono al centro le scuole cristiane. È importante, per noi trinitari, dare la possibilità a molti giovani cristiani di continuare nell’istruzione. (antonio tarallo)