In Africa l’emergenza sanitaria sta incentivando la ricerca e lo sviluppo tecnologico

Pandemia e innovazione

A member of the medical staff dressed in a protective suit holds the hand of a coronavirus disease ...
05 novembre 2020

Non è una frase fatta che le crisi, come quella che il mondo sta attraversando ora, creano anche nuove opportunità. È il caso dell’Africa di fronte alla pandemia da covid-19 che sta stimolando, oltre ogni più rosea previsione, l’innovazione sanitaria nel continente. Secondo uno studio dell’Oms appena pubblicato, la pandemia ha galvanizzato gli ingegni e la corsa a contrastare il virus ha prodotto in Africa più di 120 innovazioni tecnologiche sanitarie.

«Covid-19 è una delle sfide sanitarie più gravi dei nostri tempi, ma è anche un'opportunità per promuovere l'innovazione, l’ingegno e l’imprenditorialità nelle tecnologie sanitarie salvavita», ha dichiarato Matshidiso Moeti, Direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Africa.

Lo studio dell’Oms, che ha analizzato mille nuove tecnologie o modifiche delle tecnologie esistenti sviluppate in tutto il mondo per indirizzare la risposta alla pandemia da covid-19, rileva che il 12,8% di questi nuovi metodi di intervento viene dall’Africa. Si varia tra innovativi sistemi di informazione, nuovi metodi di stampa 3D e interventi di robotica. Tra le innovazioni più importanti made in Africa, l’Oms cita Chatbots WhatsApp in Sud Africa, strumenti di autodiagnosi in Angola, applicazioni di ricerca di contatto in Ghana e strumenti mobili di informazione sanitaria in Nigeria. Ma anche Doctor Car, un robot progettato dagli studenti della Scuola Politecnica di Dakar, Senegal per ridurre il rischio di contaminazione dai pazienti agli operatori sanitari. E poi il lavandino solare per il lavaggio delle mani, la stampa di mascherine 3D, il respiratore portatile Respire-19 e gli scanner polmonari a raggi X su Internet.

I Paesi africani in cui questo slancio innovativo si è fatto più sentire sono il Sudafrica, il Kenya, la Nigeria e il Rwanda.

«È formidabile vedere l’energia giovanile del continente infiammarsi per combattere il nuovo coronavirus», ha detto Moeti. «Strumenti automatici di lavaggio a mano alimentati da energia solare, applicazioni mobili che si basano sulla crescente connettività dell’Africa dimostrano — ha aggiunto — che non c’è tempo da perdere per creare un ambiente in cui gli innovatori africani prosperino». A questo fine servono investimenti nelle infrastrutture, nella robotica e nell’intelligenza artificiale, nonché l’attuazione di politiche appropriate per stimolare la creatività e l’imprenditorialità, senza dimenticare il sostegno alla ricerca universitaria.

«La pandemia ha dato nuovo impulso alla necessità di investire nell'innovazione e di mettere in atto le politiche e i quadri politici giusti per liberare l’ingegno africano nel mondo», ha detto ancora Moeti.

E se è vero, come sostiene l'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (Oma), che più un’economia è sviluppata più innova, è anche vero che alcune economie rompono questo modello. L’Africa subsahariana, ad esempio, ha il maggior numero di economie che superano le aspettative per il loro livello di sviluppo. Ed infine è importante l’impegno sottoscritto quest’anno dai 47 Stati membri della regione africana dell’Oms per diffondere le innovazioni sanitarie in Africa. Inoltre entro il 2023, l’80% di tutti gli Stati membri ha accettato di valutare le proprie esigenze per identificare le lacune nei loro sistemi sanitari e quasi il 75% dei Paesi si è impegnato a sviluppare politiche e quadri di incentivazione per favorire l’innovazione sanitaria.

di Anna Lisa Antonucci