L’appello del Papa per il Nagorno-Karabakh

Basta spargimento di sangue innocente

Il pianto di una bambina tra le braccia della nonna ai funerali di una piccola di sette anni morta durante un bombardamento (Epa)
02 novembre 2020

La tragedia del Nagorno-Karabakh, dove continuano «lo spargimento di sangue innocente» e le «distruzioni di abitazioni, infrastrutture e luoghi di culto», è stata ricordata dal Pontefice al termine dell’Angelus recitato in piazza San Pietro domenica 1° novembre, solennità di Tutti i Santi. «Vorrei rinnovare il mio accorato appello ai responsabili delle parti in conflitto» ha scandito Francesco, sottolineando che «la controversia» non si risolve «con la violenza, ma impegnandosi in un sincero negoziato, con l’aiuto della comunità internazionale. Da parte mia — ha aggiunto — sono vicino a tutti quelli che soffrono e invito a chiedere l’intercessione dei santi per una stabile pace nella regione». Il Papa ha rivolto il pensiero anche alle popolazioni dell’area del mar Egeo colpite dal sisma il 30 ottobre, invitando poi i fedeli a unirsi alla sua preghiera per i defunti: con questa intenzione, infatti, il Pontefice celebra nel pomeriggio di oggi la messa al Camposanto Teutonico in Vaticano.

In precedenza, Francesco aveva proposto una riflessione «sulla grande speranza, che si fonda sulla risurrezione di Cristo». Di questa «i santi e i beati sono i testimoni più autorevoli», perché «l’hanno vissuta in pienezza nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini».

L'Angelus - Solennità di Tutti i Santi