L’Azione cattolica nella diocesi di Vigevano raccontata attraverso l’impegno di due protagonisti

Un laicato fedele e responsabile

Don Angelo Gallotti (al centro) con alcuni familiari
06 ottobre 2020

In anni recenti la storiografia sul movimento cattolico e sull’Azione cattolica in particolare si è arricchita di numerosi titoli su vari aspetti, figure e periodi, significativi anche per la complessiva vicenda storica contemporanea e su alcune figure di rilievo. Una fioritura legata anche al lavoro svolto meritoriamente dall’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia «Paolo VI» a partire dagli anni ’80 con la prestigiosa collana «Ricerche e documenti» e con la sensibilizzazione fatta dall’Azione cattolica negli anni a cavallo dei due secoli per promuovere ricerche locali e la conservazione degli archivi delle associazioni diocesane.

Accanto a volumi riferiti alla storia nazionale, la storiografia sull’Azione cattolica si è andata così arricchendo di numerosi contributi sulla storia locale, utili a esplorare nuove piste di ricerca. Queste considerazioni valgono anche per la recente pubblicazione edita dall’Azione cattolica di Vigevano (Marco Bianchi, Pia Dell’Acqua, Eva Radice, Le dinamiche dell’Azione cattolica in diocesi di Vigevano tra il 1940 e il 1980 nell’impegno di due protagonisti: Angelo Gallotti e Pierangelo Martinoli , Zeme, Lomellibro, 2020, pagine 118). Al centro della pubblicazione la figura di due presidenti diocesani che — come scrive Paolo Volpato, attuale presidente diocesano — hanno vissuto in pieno quella storia, «come si evince dal racconto, che essi hanno rielaborato, discusso in associazione e attuato nella Chiesa locale». I curatori della pubblicazione, che rivisita quarant’anni a cavallo del concilio, della sua preparazone e della sua prima attuazione, e che documenta la presenza dell’Azione cattolica in terra lomellina, sono Marco Bianchi, studioso del movimento cattolico in Italia e già presidente diocesano di Ac, Pia Dell’Acqua, che ha curato la parte del rinnovo statutario seguita al concilio, ed Eva Radice per la parte documentale.

Il testo è costruito attraverso il ricordo di due protagonisti, «sicuramente anche testimoni, di questa singolare storia associativa»: Angelo Gallotti e Pierangelo Martinoli. Gallotti nasce a Zerbolò nel 1920, completa gli studi all’istituto magistrale Cairoli di Pavia. A Gropello, dove si è nel frattempo trasferita la famiglia, si impegna nella Gioventù cattolica che il vescovo, monsignor Bargiggia, sta rilanciando nell’intera diocesi. Nel 1941 si iscrive alla facoltà di Magistero per la laurea in pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, «università amatissima per la validità degli insegnamenti, per la capacità di trasmissione dei valori umani e cristiani, per il tesoro di idealità che teneva e partecipava con la docenza di forti testimoni».

Dopo l’8 settembre 1943 rientra a casa dal servizio militare e continua il suo impegno tra i giovani della Giac, partecipando alla costituzione della Democrazia cristiana di cui sarà il primo segretario comunale. Ma il suo impegno è soprattutto formativo. Scriverà in quegli anni: «Non ci istruiamo per snob, né semplicemente per arricchire il patrimonio delle nostre idee, né soltanto per far la mostra domani delle nostre cognizioni; ci istruiamo soprattutto per la vita. La nostra intenzione è che le idee-luce abbiano a divenir idee-forza». Maestro a Mortara, è chiamato dal vescovo Picconi a presiedere la Giac diocesana, dove si spende per l’apostolato «con un continuo peregrinare da una parrocchia all’altra, da un oratorio all’altro – come ricorderà nel 1991 Oscar Luigi Scalfaro – per parlare, visitare le associazioni, animare le riunioni, partecipare ai convegni e ai congressi». Dopo la guerra sposa Anna Maria Marabelli e passa all’Unione uomini di cui diviene presidente nel 1956. Direttore didattico è presidente dei maestri cattolici. Nel 1980, dopo la scomparsa della moglie, matura la scelta di farsi sacerdote.

L’altra figura proposta dalla ricerca è quella di Pierangelo Martinoli, per molti aspetti parallela a quella di Gallotti: suo successore alla presidenza della Giac e poi dell’Unione uomini, è anch’egli maestro elementare e si dedica alla formazione dei ragazzi, fa parte della «Società operaia», fondata da Gedda, e partecipa alla sezione Dc di cui è segretario Gallotti. A Vigevano si trova però ad affrontare una diversa stagione. Con il Concilio per l’Azione cattolica si apre una nuova fase e Martinoli — dal 1970 al 1976 — è chiamato a guidare l’associazione nel difficile rinnovamento post-conciliare, con il cambio dello statuto e l’unificazione dei rami.

Attraverso i due protagonisti oggetto della pubblicazione è possibile sfogliare le pagine di una presenza laicale incentrata sulla spiritualità che fonda la missione educativa e formativa e l’impegno storico e sociale. È una storia che presenta la stessa peculiarità in tante diocesi diverse: l’esperienza umile di donne e uomini che, con la loro testimonianza, hanno animato la Chiesa locale in cui hanno vissuto. L’Ac di Vigevano peraltro non è nuova alla rivisitazione storica delle sue radici. Sono infatti usciti di recente due quaderni, dovuti agli stessi autori, dedicati ad altre due figure cresciute nell’associazione diocesana: Lineamenti storici sulla figura e l’opera di Teresio Olivelli , (Lomellibro, 2018), e La fondazione dell’Azione cattolica in diocesi di Vigevano. L’impegno di padre Francesco Pianzola , (Lomellibro, 2019).

La storia dell’Azione cattolica continua oggi con nuove forme ma fedele alla radice antica, al carisma fondativo iniziale ed è positivo che sia affiancata dalla crescita di ricerche e studi sull’associazione a livello nazionale e locale. Con la caduta dei muri e la messa in mora delle letture ideologiche, anche gli studi sul movimento cattolico e sull’Ac conoscono una nuova fioritura e si affrancano da una lettura quasi esclusivamente politica, che per anni ne ha compresso l’interpretazione e la valorizzazione del vissuto più propriamente religioso e formativo, di quella parte cioè che, a buon titolo, può essere considerata caratteristica precipua della storia di Azione cattolica, il suo specifico “religioso”.

L’insieme di questa storia più che secolare indica il percorso di una maturità del laicato capace di rispondere, con creatività nuova, alle sfide dei segni dei tempi. Un laicato fedele alla vocazione ecclesiale che si esprime anche in un esigente rapporto con la gerarchia e allo stesso tempo un laicato capace di fedeltà, al mondo, alla storia; capace, con la sua offerta formativa, di offrire classe dirigente per il Paese.

di Ernesto Preziosi