Consegnata a Papa Francesco una nuova edizione «ecumenica» del Nuovo Testamento in greco, latino e italiano

Un libro per dire grazie a san Girolamo

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31 ottobre 2020

Una nuova pubblicazione — che si inserisce nella storia della collaborazione ecumenica per la conoscenza della Bibbia in Italia — è stata consegnata a Papa Francesco il 29 ottobre scorso; ultima tappa di un cammino iniziato con il pastore Renzo Bertalot e il vescovo Alberto Ablondi, che nel 1976 presentarono a Paolo vi una traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento, proseguito nel 1985 con l’edizione della traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente presentata a Giovanni Paolo ii, e poi ancora con le edizioni in più lingue di singoli vangeli donati ai partecipanti alle Giornate mondiali della gioventù dal 2000 in poi. Il libro — consegnato al Pontefice dai curatori, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e Valdo Bertalot, già responsabile della Società Biblica insieme al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, Mara La Posta, già responsabile della gestione informatica dei testi della Società Biblica e Christoph Roesel, segretario generale della Deutsche Bibelgesellschaft — presenta il testo del Nuovo Testamento greco con a fronte quelli latino e italiano nelle loro edizioni autorevoli più recenti. Un’opera pubblicata dalla Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena della Conferenza episcopale italiana, in coincidenza con la Lettera apostolica di Papa Francesco del 30 settembre scorso Scripturae Sacrae affectus dedicata a san Girolamo e, scrive il Papa, «al suo amore per la Sacra Scrittura trasmesso attraverso la sua vita e le sue opere, quale infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura». Il Nuovo Testamento greco-latino-italiano presentato nel sedicesimo centenario della morte di san Girolamo, è «un omaggio di Chiese cristiane alla memoria dell’autore della Vulgata, traduzione che per secoli ha significato tanto per la crescita dei credenti nella fede — ha detto Betori a Papa Francesco — Le presentiamo questo strumento al servizio della Parola e ci auguriamo che possa essere un mezzo per far crescere la conoscenza di Cristo, memori del monito di san Girolamo Ignoratio Scripturarum ignoratio Christi est, perché, come da Lei auspicato, ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti inestimabili di sapienza, di speranza e di vita». lla realizzazione del libro hanno collaborato la Santa Sede e la Conferenza episcopale italiana, permettendo di poter riprodurre il testo della Nova Vulgata nell’edizione del 1986 e quello della traduzione italiana per l’uso liturgico della Chiesa cattolica italiana del 2008, ma soprattutto la Deutsche Bibelgesellschaft, che ha concesso il testo del Greek New Testament, quinta edizione, opera di studiosi di varie Chiese. Per questo la prefazione del libro oltre al cardinale Betori è firmata dalla presidente della Deutsche Bibelgesellschaft, Annette Kurschus, vice-presidente del Consiglio della Chiesa evangelica di Germania e Praeses della Chiesa evangelica di Westfalia, e il cardinale Gianfranco Ravasi. L’opera si propone come un sussidio allo studio del Nuovo Testamento, per un immediato approccio al testo originario, nella forma oggi condivisa dagli studiosi di critica testuale e riferimento per le traduzioni in tutte le lingue del mondo, posto a confronto con le due traduzioni in latino e italiano, un aiuto per lo studio, ma anche per la lectio divina, nonché un supporto a traduzioni bibliche del testo sacro in altre lingue.