Una corona d’oro sospesa nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio

La preghiera alla Madre ai tempi del coronavirus

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29 ottobre 2020

Arte, suono e parole per un percorso di profonda introspezione e contemplazione della via della croce. Tutto questo è Stabat Mater Dolorosa, l’installazione di Giovanni Manfredini che, con il contributo di Ennio Morricone, è presente da qualche giorno nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio a Roma, accanto alla tomba di santa Monica, madre di Agostino. Antico e contemporaneo entrano in dialogo: una corona di rami di rose fusa nell’oro è sospesa in aria, simbolo di una storia umana di dolore personale che, trasfigurata nell’arte diventa universale. Rappresenta il dolore di Maria ai piedi della croce, ma anche quello di ogni madre e di ogni uomo.

L’opera ha radici nella storia personale dell’artista, da bambino ustionatosi con una stufa per una distrazione materna. Manfredini rievoca la corsa in chiesa della mamma Marianna, la sua preghiera accorata alla Vergine Maria: il voto di donare ogni valore in oro in suo possesso e l’impegno a rinunciare ad ogni vanità purché il piccolo le fosse restituito vivo. Quella preghiera è stata esaudita. L’artista ne fa memoria e rievoca l’amore di Marianna per le rose fatte crescere ogni anno in giardino. L’oro donato tanti anni fa alla Madonna è oggi fuso e intrecciato in una corona di rami spinosi.

Il dolore, vissuto nella fede, può diventare bellezza. Si propone di comunicare questo l’installazione Stabat Mater Dolorosa: un’opera tra cielo e terra, come la preghiera levata a Dio da tante madri. Fanno da cornice alla corona d’oro le pitture secentesche di Giovanni Lanfranco che decorano la cappella dedicata ai santi Agostino e Guglielmo nella basilica romana. La suggestione è favorita dalla musica in sottofondo, un brano originale del maestro Morricone intitolato La via della croce, e dalla voce di suor Anna Maria Canopi che recita lo Stabat Mater di Jacopone da Todi.

Prima di giungere a Roma la corona d’oro di Giovanni Manfredini ha viaggiato nel mondo partendo da Venezia: in laguna infatti è stata esposta in occasione della 56a edizione della Biennale. Promotrice del progetto è la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. «Questa corona, ai tempi del Coronavirus — spiega il presidente Arnoldo Mosca Mondadori — rappresenta una corona di speranza. Una corona che ci indica il cielo, lo sguardo verso il cielo».

Parole a cui fanno eco quelle priore provinciale dell’Ordine di Sant’Agostino, padre Giustino Casciano: «Noi tutti siamo impauriti per l’epidemia da coronavirus e non sappiamo bene cosa ci attende nel prossimo futuro. La storia di questa corona d’oro sospesa in aria è un invito alla preghiera. Alla madre di Gesù, figlio di Dio, coronato di spine e crocifisso, chiediamo pietà per questa umanità così ferita da violenze ed ingiustizie, da egoismi e sopraffazioni. Alla Madre nostra celeste chiediamo luce perché gli scienziati scoprano il rimedio per curare questa malattia e perché tutti possano vivere sereni su questa terra, credendo nell’amore onnipotente di Dio, che ha preparato cieli nuovi e terra nuova».

La basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio è stata oggetto di un importante restauro da parte della Soprintendenza speciale di Roma: costruita in epoca rinascimentale nel rione Sant’Eustachio, dietro via della Scrofa, custodisce capolavori di varie epoche: dalla Madonna di Loreto di Caravaggio all’affresco di Raffaello raffigurante il profeta Isaia.

di Paolo Ondarza