Non si fermano le proteste antigovernative

Alta tensione in Thailandia

(FILES) In this file photo taken on October 21, 2020, a street food vendor selling drinks watches as ...
23 ottobre 2020

Bangkok, 23. In Thailandia è stato revocato, a partire da ieri sera, lo stato di emergenza rafforzato nell’ambito del quale venivano vietati tutti gli assembramenti a sfondo politico di più di quattro persone. La decisione è stata presa dal primo ministro, Prayut Chan-O-Cha. Il provvedimento — come sottolinea la stampa locale — non è riuscito a spezzare l’ondata di proteste che ha attraversato tutto il paese per giorni con marce e manifestazioni di piazza pro-democrazia e contro la monarchia.

Il Parlamento thailandese si riunirà in sessione straordinaria la settimana prossima per discutere di come rispondere alle proteste. La Camera e il Senato, che non avrebbero dovuto riunirsi fino a novembre, riprenderanno le attività il 26 e 27 ottobre.

Una delle richieste dei manifestanti è proprio quella di sciogliere il Parlamento e riscrivere la Costituzione imposta dai militari, che oggi prevede un Senato (250 membri contro i 500 della Camera) che viene interamente nominato dall’alto — e quindi ovviamente molto vicino alle forze armate. Intanto, il movimento di protesta ha annunciato un giorno di pausa delle proteste, preannunciando però una «grande sorpresa» se le sue richieste non saranno accolte nei prossimi giorni.

Va detto che la situazione generale nel Paese è sempre più tesa. Pochi giorni fa il governo ha imposto a quattro media locali di cancellare e sospendere la loro copertura delle proteste. È stata stabilita la sospensione dell’app di messaggistica Telegram da parte di tutti i provider di servizi Internet.