
Nel mondo, un bambino su 3 — quindi fino a 800 milioni — è colpito da avvelenamento da piombo: questo significa che ha livelli di piombo nel sangue pari, o superiori, a 5 microgrammi per decilitro.
Il dato è contenuto nel rapporto dell’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, intitolato «The Toxic Truth» (“La verità tossica”), in occasione della Settimana internazionale per la prevenzione dell’avvelenamento da piombo (25-31 ottobre 2020), un fenomeno che sta sempre più colpendo i bambini su vasta scala.
La maggior parte dei minori avvelenati dal piombo vive in Africa e in Asia, ma molti di loro sono colpiti anche in America centrale e meridionale e nell'Europa orientale.
Mentre, evidenzia l’Unicef, i livelli di piombo nel sangue sono diminuiti drasticamente nei Paesi ad alto reddito dopo la graduale eliminazione della benzina contenente piombo e, in alcuni luoghi, delle vernici a base di piombo, quelli presenti nel sangue di bambini e adulti nei Paesi a basso e medio reddito e in alcune aree dei paesi ad alto reddito continuano ad essere pericolosamente alti.
L’avvelenamento da piombo danneggia irreversibilmente il cervello e il sistema nervoso in fase di sviluppo dei bambini, il cuore, i polmoni e i reni e spesso lo fa senza causare alcun sintomo o solo alcuni minimi nelle fasi iniziali. Di conseguenza, la piena gravità dell'avvelenamento globale da piombo sta venendo alla luce solo di recente.
I bambini al di sotto dei 5 anni di età corrono il rischio maggiore di subire danni neurologici, cognitivi e fisici per tutta la vita e persino di morire per avvelenamento da piombo.
Anche quelli più grandi, oltre agli adulti, subiscono gravi conseguenze a causa dell'esposizione prolungata al piombo nel cibo, nell'acqua e nell'aria che respirano, compreso l'aumento del rischio di morte cardiovascolare e di danni ai reni in età avanzata.