Nel tentativo di trovare una soluzione pacifica al conflitto tra Azerbaigian e Armenia nel Nagorno-Karabakh, la Turchia ha proposto l’avvio di negoziati a quattro con la Russia e le parti belligeranti nella regione meridionale caucasica contesa. Lo ha detto ieri Ibrahim Kalin, portavoce del Presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan.
«Visto che la Russia è dalla parte dell’Armenia, e noi sosteniamo l’Azerbaigian, incontriamoci a quattro per discutere della soluzione dei problemi. Se il Gruppo di Minsk non ha saputo trovare una soluzione in trent'anni, è ora di trovare un nuovo meccanismo», ha precisato Kalin.
Sulla crisi nel Caucaso è intervenuto il Patriarca di Mosca Kirill, che ha rivolto un appello alla pace ad armeni ed azeri in conflitto. Il Patriarca ha invitato Baku e Yerevan a rispettare gli accordi raggiunti sabato scorso per un cessate il fuoco. Ha ricordato poi che «Armenia e Azerbaigian storicamente sono sempre stati e rimarranno vicini, vivendo fianco a fianco gli uni con gli altri in tutto il territorio dei due Paesi». «Dalle vostre decisioni — ha aggiunto — dipende la vita di molte persone, il futuro di pace dei vostri popoli».
Il rispetto della tregua è stato auspicato anche dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. In un tweet, il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha chiesto ad Armenia e Azerbaigian di attuare immediatamente il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh e di smettere di colpire i civili.
Da Bruxelles, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Comune, Josep Borrell, ha sottolineato la necessità che la tregua sia rigorosamente osservata, affinché tutte le ostilità nel Nagorno-Karabakh cessino immediatamente e si allentino tutte le tensioni, inclusa la retorica.