La settimana di Papa Francesco

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08 ottobre 2020

«La vita è l’arte dell’incontro» scrive Francesco nell’enciclica Fratelli tutti citando un famoso verso della Samba da Bênção di Vinicius de Moraes. In un tempo di emergenza governato da bollettini sanitari che allargano le distanze interpersonali e restringono gli spazi di socialità, anche la vita stenta a tener fede alla sua naturale indole religiosa , intesa come vocazione  a creare legami . Con Dio, con il creato, con gli altri. Questo inserto settimanale nasce, in qualche modo, proprio  dalla nostalgia dell’incontro. Da quel «gusto di riconoscere l’altro»  — attitudine innata nell’uomo ma messa duramente alla prova in una situazione di pandemia come questa — che  secondo il Pontefice rende possibile  un’autentica «cultura dell’incontro». Quattro pagine da leggere, magari da conservare e da meditare. Perché la vera forza di questi fogli non sta nell’estetica accattivante e neppure nella capacità persuasiva del linguaggio. Sta nell’essenzialità scomoda  e audace di una parola — quella di Bergoglio — che ogni giorno risuona come una sfida alla coscienza dei credenti e dell’umanità intera. “La settimana di Papa Francesco” — questo il titolo dell’inserto che oggi raccoglie il testimone dell’edizione settimanale in lingua italiana de «L’Osservatore Romano» — nasce dunque senza grandi pretese. Se non quella di mettersi con umiltà al servizio del magistero del Pontefice, offrendo ogni giovedì ai lettori una sorta di “diario”  — scandito da immagini e testi  — delle giornate di Papa Bergoglio. Il mestiere del comunicatore è raccontare la vita e dare voce alla parola. Ma vita e parole sono anche le fondamenta essenziali di ogni incontro, che si alimenta di dialogo  e di gesti, di accoglienza e di comprensione, di amicizia e  di gentilezza. In una parola, di fraternità. Ecco il senso  di queste pagine. Pensate come uno spazio fraterno dove una Chiesa “in uscita” incontra  un mondo alla ricerca di ragioni  per non perdere la speranza in mezzo al vortice della tempesta che lo ha investito.

di Francesco M. Valiante