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La discepola Marta e la predicatrice Domenica

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24 ottobre 2020

«Benvenuti a Tarascona, antica cittadina della Francia (...) Vi starete chiedendo chi io sia e perché vi parli da questa piccola località francese. Vi do qualche indizio: sono una donna israelita, sono stata discepola di Gesù e un’antica leggenda lega il mio nome a quello di Tarascona — si legge nel primo capitolo del libro Marta di Betania. «Io credo, Signore» (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2020, pagine 140, euro 14) di Marinella Perroni, fondatrice del Coordinamento teologhe italiane. Enigma svelato dal titolo; si tratta della donna che una lunga tradizione ha trasformato nella patrona delle casalinghe, degli osti e degli albergatori. «Molti secoli orsono — dicono nel 48 dopo Cristo — da terre lontane, per mare approdai a Marsiglia e qui, nelle paludi della Camargue, mi distinsi per gesta eroiche: predicai a lungo, compii miracoli e domai un mostro, affrancando gli abitanti di questi luoghi da un terribile flagello». Nella Scrittura la sorella di Maria si presenta in modo enigmatico. I due racconti che ce ne trasmettono la memoria, uno di Luca e uno di Giovanni, la connotano in modo tra loro non solo diverso, ma discordante. Per Luca è una donna distratta dalle tante incombenze del lavoro domestico; per Giovanni è una discepola in grado di esprimere la più alta confessione di fede di tutto il quarto vangelo. «Il successo che nella tradizione successiva ha avuto la Marta sempre con il paiolo in mano, forse non stupisce — si legge in quarta di copertina nel volume di Perrone — Ma dovrebbe interrogarci il fatto che non abbia avuto altrettanto successo la Marta che riveste nel quarto vangelo un ruolo del tutto analogo a quello di Pietro nel vangelo di Matteo». Il libro fa parte della serie «Madri della fede», come Domenica da Paradiso (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2020, pagine 144, euro 14) il volume di Adriana Valerio dedicato alla mistica discepola di Savonarola Domenica Narducci da Paradiso (1473-1553), che difese con forza, anche davanti alle autorità ecclesiastiche che la contestavano, la sua attività di carismatica predicatrice. Una donna semplice, che parlava con immagini prese dalla vita quotidiana di un Dio venuto «per nostro amore a fare il bucato nella caldaia di questo mondo».

di Silvia Guidi